Due gazebo, un camper-ambulatorio e medici per dire no al doping. Il 12 e 13 giugno Modena ospita il primo appuntamento con le iniziative di “Positivo alla salute“, la campagna di comunicazione della Regione per promuovere la tutela della salute degli sportivi (giovani, amatori e dilettanti), la prevenzione e la lotta al doping attraverso una corretta informazione riguardante gli effetti dannosi delle pratiche dopanti.
L’occasione è la prima tappa emiliano-romagnola del Biogiro, il Giro d’Italia per ciclisti dilettanti organizzato in modo da garantire la correttezza e lealtà della manifestazione sportiva, alla cui realizzazione ha contribuito anche la Regione Emilia-Romagna.
“La campagna ‘Positivo alla salute’ è affiancata da attività concrete per promuovere la crescita della responsabilità individuale, con un lavoro nelle scuole, con le famiglie e nei luoghi dello sport”, ha sottolineato l’assessore alle Politiche per la salute Giovanni Bissoni nel corso della conferenza stampa in Regione. “L’obiettivo è promuovere la salute e sostenere l’attività fisica svolta in modo sano, pulito e leale”. Bissoni ha poi ricordato che la Regione concluderà con il Coni un accordo per un protocollo con le realtà sportive, per la promozione della salute e dello sport come strumento di formazione e di miglioramento dello stile di vita”.
L’assessore allo sport Alberto Ronchi ha aggiunto: “Consideriamo lo sport come un pezzo di welfare, utile per la qualità della vita e anche per favorire l’integrazione. Occorre avviare un ragionamento anche di tipo culturale, in controtendenza rispetto al modello dominante. Vincere in una gara è la ciliegina sulla torta, la torta è il miglioramento della propria salute”.
“Positivo alla salute è una campagna capillare, continuativa e di contatto”, ha sottolineato il direttore dell’Agenzia di informazione e ufficio stampa Roberto Franchini, annunciando che a settembre partiranno diverse attività nelle scuole dell’Emilia-Romagna con incontri tra i ragazzi, medici e atleti professionisti.
Il Biogiro
I medici dei Servizi di Medicina dello sport della Regione e del Centro regionale antidoping saranno presenti il 12, all’arrivo della gara, a bordo del camper attrezzato e saranno poi il 13 in piazza Grande, sede della partenza della tappa di Modena del Biogiro, per incontrare atleti e appassionati.
Il Villaggio della salute ospiterà medici dello sport pronti a fornire informazioni e consigli sulla pratica dello sport sano e sui requisiti per l’idoneità sportiva agonistica e non, oltre a una nutrizionista e una dietista cui chiedere indicazioni sulla sana alimentazione nello sport. Si potranno poi avere consigli sull’impiego e l’effettiva utilità di farmaci e integratori o la consulenza di uno psicologo sportivo.Sarà anche possibile fare una prova con contapassi e la misurazione di peso e altezza con la determinazione dell’indice di massa corporea. Il 19 giugno il Villaggio della salute si trasferirà a Cesenatico, seconda e ultima tappa del Biogiro in Emilia-Romagna.
La campagna “Positivo alla salute”
La campagna di comunicazione della Regione Emilia-Romagna prevede informazioni, attività nelle scuole e nei luoghi dello sport, un sito internet (Positivo alla Salute), un database sulle caratteristiche e sugli effetti delle sostanze che possono avere effetto dopante, nonché il coinvolgimento di grandi atleti professionisti, che fanno da testimonial. Il progetto vuole promuovere la tutela della salute degli sportivi (giovani, amatori e dilettanti), la prevenzione e la lotta al doping attraverso una corretta informazione riguardante gli effetti dannosi delle pratiche dopanti. Il titolo del progetto “Positivo alla salute” sintetizza la diretta correlazione esistente tra lo sport sano e pulito e la salute di chi lo pratica.
La campagna nasce dall’attività degli assessorati regionali alle Politiche per la salute, alla Cultura, sport e progetto giovani, alla Scuola, all’Agricoltura della Regione con il supporto del Centro regionale antidoping.
La percezione del doping
La campagna “Positivo alla salute” è supportata da una indagine condotta mediante interviste telefoniche e da due focus group, realizzati dalla Regione per indagare il fenomeno del doping e la sua percezione. I focus group hanno coinvolto atleti amatori e dilettanti dai 18 ai 55 anni, mentre la ricerca è stata coordinata da un team di psicologi specializzati con 1000 interviste telefoniche realizzate in Italia (200 in Emilia-Romagna) tra persone dai 16 ai 54 anni.
I dati dicono che, sebbene il 98,1% del campione ha sentito parlare di doping e il 65,7% ne conosce gli effetti negativi, solo 3 intervistati su 10 sanno citare una sostanza o una pratica dopante. Per il 31,6% doping è sinonimo di droga e 9 intervistati su 10 dichiarano che non farebbero mai uso di sostanze dopanti. Il doping è un problema di natura etica per l’81,6% del campione: per il 57,9% si tratta di un comportamento sleale verso compagni e avversari, per il 43,2% di una mancanza di rispetto verso se stessi. Secondo il 74.5% degli intervistati chi fa uso di doping provoca danni alla propria salute (42,6%) e mette a repentaglio la propria vita (37%).