La vicenda trae origine dall’esposto-denuncia, presentato alla Procura della Corte dei Conti dell’Emilia-Romagna nel marzo 2007 da 13 consiglieri comunali – oggi all’opposizione e dal 1999 al 2004 al governo della città – in cui si chiedeva di verificare l’attuazione della convenzione con la quale il Comune di Bologna ha affidato ad ATC la gestione dei parcheggi e delle aree di sosta a pagamento, oltre ad altri servizi complementari alla mobilità.
La convenzione tra Comune di Bologna e ATC è in essere dal 1997, è stata aggiornata nel 1998 ed è rimasta uguale a sé stessa fino ad oggi, salvo che per le aggiunte, via via nel tempo, dei servizi affidati.
In base alla convenzione, a fronte della prestazione di controllo della sosta regolamentata, il corrispettivo di ATC è rappresentato dalle tariffe della sosta stessa, mentre ATC nulla ricava per ciò che riguarda le multe. In aggiunta a ciò, sempre secondo la convenzione, ATC corrisponde al Comune stesso un canone annuo.
A seguito dell’esposto citato, nel dicembre 2007 la Corte dei Conti ha richiesto ad ATC, per gli esercizi finanziari dal 1997 al 2006, i “conti giudiziali relativi alla gestione dei proventi della sosta a pagamento”.
ATC, nel termine assegnatole, ha dato il sostanziale positivo riscontro alla richiesta di presentazione dei conti giudiziali avanzata dalla Corte dei Conti, allegando idonea documentazione a supporto.
Nonostante la ventilata enormità della sanzione richiesta dal Procuratore nell’atto di citazione, ATC – che entro il 7 maggio scorso ha presentato memorie difensive in cui si dimostra che la gestione della sosta è completamente trasparente e rispettosa di quanto previsto nella convenzione – si prepara ad affrontare serenamente la fase giudiziale di domani.
ATC SpA