Home Modena Ultimo week end per scoprire le fotografie dell’800 de ‘La montagna rivelata’

Ultimo week end per scoprire le fotografie dell’800 de ‘La montagna rivelata’

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Pionieri dell’alpinismo e della fotografia. La mostra “La montagna rivelata. Fotografie dell’Ottocento dalla collezione Fineschi” presenta una selezione di oltre 100 foto antiche, scelte tra le più suggestive per soggetti, tecniche e completezza della documentazione, scattate da una trentina di fotografi-alpinisti alla metà dell’800.

La rassegna, realizzata dal Fotomuseo Giuseppe Panini di Modena in collaborazione con la Fondazione Cassa di Risparmio di Modena, è allestita nei rinnovati locali dell’ex ospedale Sant’Agostino e sarà aperta al pubblico fino al 24 maggio.
La mostra e il relativo catalogo (bilingue, edito da Skira) sono a cura Chiara Dall’Olio, direttrice del Fotomuseo Panini, con testi dello storico della montagna Giuseppe Garimoldi e una presentazione di Giovanni Gozzini docente di Storia Contemporanea presso l’Università di Siena.

In un itinerario espositivo diviso geograficamente dall’Europa verso Oriente sono esposte per la prima volta foto di percorsi e vette delle catene più alte del mondo, dalle Alpi ai Pirenei, al Caucaso, all’Himalaya, al Karakoram. Le prime avventurose salite, i ghiacciai, i crepacci, le vallate scoscese, le tempeste e le cime innevate, restituite attraverso immagini che, nell’intento degli autori, volevano essere impersonali e scientifiche, ma che tradiscono ancora l’ammirazione romantica per gli spettacoli naturali più maestosi e sublimi. “La montagna rivelata” mette in mostra le fotografie, vero diario di bordo, di grandi alpinisti-fotografi come Vittorio Sella, il Duca degli Abruzzi Luigi Amedeo di Savoia, George Sommer, i fratelli Bisson, i fratelli Charnaux, Adolphe Braun, George Tairraz, George Dixon Abraham, Farnham Maxwell Lyte, Samuel Bourne, ma anche tanti altri, ancora da identificare o noti fino a oggi soprattutto agli specialisti.
La mostra documenta ampiamente l’epopea ottocentesca delle prime spedizioni geografiche organizzate non solo da istituzioni e governi degli Stati europei – come quella dei fratelli Bisson che nel 1859 ebbero l’incarico di documentare le Alpi della Savoia quando la regione fu ceduta da Vittorio Emanuele II a Napoleone III – ma anche da alpinisti-esploratori appassionati. Tra questi Vittorio Sella, che tra il 1880 e il 1893 fece ammirare i suoi scatti delle Alpi in tutta Europa. Sella partecipò anche come fotografo all’ultima spedizione nel Caucaso organizzata da Douglas Freshfield, avvocato, scrittore e alpinista, presidente dell’Alpine Club e segretario onorario della Royal Geographic Society e in seguito tornò ancora sulle cime del Caucaso nel 1890 e nel 1896, e nel 1899 di nuovo con Freshfield in Sikkim sul Kanchenjunga. Vittorio Sella fu inoltre il fotografo delle spedizioni organizzate da Luigi Amedeo di Savoia, Duca degli Abruzzi, appassionato alpinista, nel 1897 in Alaska al Monte Sant’Elia, nel 1906 in Africa sul Ruwenzori e nel 1909 nel Karakoram.
Già a partire dal 1860 la maestosità della catena dell’Himalaya era stata rivelata al mondo dalle fotografie di Samuel Bourne, mentre solo negli anni Venti del Novecento si compirono i primi tentativi, falliti, di conquista dell’Everest, organizzati dal Mount Everest Comittee (1921, 1922, 1924), fino alla conquista nel 1931 del Kamet (7756 m.), la montagna più alta violata fino ad allora, da parte dell’alpinista e fotografo
Francis Sydney Smythe.
Le foto in mostra, oltre al racconto dei viaggi e dei luoghi, testimoniano le sperimentazioni tecniche messe in atto da ogni fotografo, in un’epoca nella quale ancora non esistevano procedimenti standardizzati, alla ricerca della resa migliore non solo della definizione dell’immagine e della luce ma anche della sensazione dell’aria ghiacciata, del vento, delle nuvole in movimento. Ne risultano vedute declinate in tutte le variazioni possibili: dall’imponenza sublime delle vette, alla purezza abbagliante dei ghiacciai, dall’intimità delle poche presenze umane, alla poeticità di certe vallate, piccoli laghi, fiordi.

La collezione Fineschi, ricca di quasi 300 immagini, si sviluppa a cavallo fra Otto e Novecento, raccoglie le opere di circa trenta alpinisti-fotografi fra i più significativi del panorama europeo, ed è corredata dai resoconti delle loro spedizioni pubblicati in importanti quanto rari volumi, alcuni dei quali visibili in mostra. Un sistema touch screen rende possibile sfogliare questi volumi per far comprendere al pubblico il primo scopo e utilizzo delle fotografie esposte.