E’ in costante aumento il numero dei pazienti trattati con la trombolisi, l’unica terapia capace di agire direttamente e in modo non invasivo sulla causa dell’ictus ischemico acuto, oltre che di ridurre la mortalità e gli esiti invalidanti della patologia: dai 20-30 interventi all’anno (l’attività è cominciata nel 2006) si è passati ai 30 dei primi 4 mesi del 2009.
Risultati che confermano i livelli d’eccellenza della Stroke Unit (Unità Ictus) del Nuovo Ospedale S. Agostino Estense di Modena, una delle prime strutture italiane per quanto riguarda la terapia trombolitica endovenosa. Complessivamente, ha toccato quota 100 il numero di pazienti colpiti da ictus ischemico che sono stati sottoposti a trombolisi.
Ricordiamo che l’incidenza dell’ictus in Italia è di 1,5-2,5 casi ogni 1.000 abitanti, per l’80% ictus ischemici e per il 20% ictus emorragici. L’incidenza raggiunge quota 8,7 ogni 1.000 abitanti nella fascia di età 65-84 anni. Fra i minori di 45 anni l’ictus colpisce 10 soggetti ogni 100mila abitanti. Nella provincia di Modena si prevedono fra i 1.005 e i 1.675 ictus all’anno.
L’ictus ischemico è dovuto alla chiusura di un’arteria cerebrale causata da un grumo di sangue (trombo o embolo). E’ una malattia che può essere mortale, oppure può provocare un danno cerebrale che spesso lascia un’invalidità importante, con conseguente perdita dell’autonomia in chi ne è colpito. Determinante, per quanto riguarda la possibilità di accedere alla terapia trombolitica, è la tempestività dell’intervento del personale specializzato, dunque la chiamata al 118 e l’arrivo al Pronto soccorso devono avvenire nel più breve tempo possibile dal manifestarsi del sintomi.
I sintomi e l’importanza dell’intervento precoce
I sintomi più frequenti dell’ictus sono la comparsa improvvisa di una paralisi o debolezza e formicolio al viso, braccio, gamba dello stesso lato del corpo; la visione annebbiata o diminuita in entrambi gli occhi riguardante la metà del campo visivo, la difficoltà a parlare, a pronunciare o comprendere semplici frasi; mal di testa violento e improvviso, mai provato prima e senza cause apparenti. Questi disturbi talvolta si risolvono spontaneamente in pochi minuti o alcune ore, e allora vengono chiamati TIA (attacco ischemico transitorio). I TIA sono importanti campanelli d’allarme che consigliano l’ immediato accesso in pronto soccorso per accertamenti. Infatti il rischio di avere un ictus dopo un TIA è massimo nelle 48 ore successive.
L’ospedale di Baggiovara è stato tra i primi in Italia ad attivare anche per questi pazienti con TIA un protocollo d’urgenza che prevede l’osservazione per 24 ore in pronto soccorso con l’esecuzione di esami diagnostici come la TC encefalo, l’ecodoppler TSA, ECG e la misurazione della pressione arteriosa, al fine di individuare i pazienti più a rischio.
La trombolisi, che ha lo scopo di sciogliere il grumo di sangue nel cervello, dev’essere eseguita precocemente, entro 4 ore e mezzo dall’esordio dei sintomi, prima che il cervello sia danneggiato in modo irreversibile dalla mancanza di flusso sanguigno, e dev’essere attuata da personale esperto per ridurre i rischi di sanguinamento legati alla terapia. I principali studi internazionali dimostrano che la terapia trombolitica riduce significativamente mortalità e invalidità fra le persone colpite da ictus ischemico: ogni 1000 pazienti trattati, 140 di quelli su cui si interviene entro 3 ore scampano alla morte o all’invalidità. Anche fra le 3 e le 4 ore e mezzo la terapia conserva la sua efficacia, con una riduzione del 7,2% del rischio assoluto di invalidità.
La Stroke Unit della Clinica neurologica
La Stroke Unit della Clinica Neurologica, diretta dal prof. Paolo Nichelli, è attiva dal 2006 presso il nuovo ospedale di Baggiovara. La struttura, di cui è responsabile la dottoressa Milena Cavazzuti, ricercatrice presso il nostro Ateneo, è dotata di 12 letti, di cui 6 monitorati per permettere un controllo continuo della pressione arteriosa, dell’attività cardiaca, dell’ossigenazione del sangue e della temperatura. Al momento vi lavorano altri tre medici neurologi, la d.ssa Federica Casoni, il dott. Andrea Zini e la d.ssa Sara Contardi, un medico specializzando ed infermieri addestrati a trattare i pazienti con ictus acuto.
Il team multidisciplinare è composto anche da due logopediste che si occupano del trattamento dei disturbi del linguaggio e della disfagia (difficoltà a deglutire), una neuropsicologa, una fisioterapista e prevede una stretta collaborazione con i medici del 118, Pronto Soccorso, oltre che con fisiatri, neuroradiologi, chirurghi vascolari, neurochirurghi, cardiologi e neurorianimatori. Anche grazie a queste collaborazioni multidisciplinari l’Ospedale di Baggiovara è all’avanguardia in Italia per il trattamento dell’ictus acuto.