«Il lavoro nero e irregolare cresce in modo preoccupante, coinvolgendo sempre più spesso anche persone italiane». Lo rileva Pasquale Coscia, responsabile delle politiche del lavoro della segreteria provinciale della Cisl, analizzando i dati diffusi dalla Provincia sui controlli effettuati da Guardia di Finanza, Direzione provinciale del Lavoro, Inail e Inps.
«Oltre all’aumento del fenomeno in generale, colpisce il fatto che non siano più gli stranieri le vittime principali del lavoro nero. L’anno scorso – osserva Coscia – era straniero il 65 per cento dei lavoratori in nero scoperti dalle Fiamme Gialle. Nel periodo gennaio-aprile 2009 si è rovesciato il rapporto: è italiana oltre la metà (55 per cento) dei lavoratori irregolari accertati. È un’evoluzione che si giustifica solo in parte con la pesante crisi economica. In realtà dietro questa tendenza c’è una cultura dell’illegalità che si sta diffondendo e che stentiamo a contrastare»
Per il segretario Cisl è necessario rafforzare la prevenzione intensificando i controlli e comminando sanzioni severe, soprattutto nei casi di reiterazione dei reati.
«Si potrebbe creare una task force specializzata, con esperti dei vari enti ispettivi, per avere un coordinamento più efficace delle azioni di contrasto – suggerisce Coscia – Inoltre chiediamo tolleranza zero nei confronti dei recidivi. Occorre, poi, un impegno straordinario da parte di tutti per rilanciare l’economia e favorire la ripresa della buona occupazione. Senza sviluppo e senza crescita il lavoro nero è destinato ad aumentare. Viceversa, ridurlo drasticamente potrebbe contribuire, nel medio periodo, ad alleggerire la tassazione sul lavoro e – conclude il responsabile delle politiche del lavoro della Cisl modenese – innalzare i salari, il cui importo medio (21.374 dollari lordi annui) vede l’Italia agli ultimi posti nella classifica dei Paesi Ocse».