Riflessioni di un candidato sul suo primo confronto con il pubblico e con gli altri candidati a sindaco: 9 maggio, Casa nel parco.
E’ questo il vero modo di comunicare quello che siamo e rappresentiamo o è solo immagine e mercato? La posizione in cui eravamo noi aspiranti sindaci: allineati sul palco in alto, in mostra, come seduttori sulla seggiolina da “Alba Parietti” e ove tutti a turno siamo andati. Tutti abbiamo accettato questo gioco all’esibizionismo politico. Siamo piaciuti? Chissà…!
E sui contenuti? Nulla da eccepire sulle domande dei giornalisti e del pubblico. Su una risposta però ho cominciato a percepire dentro di me un disagio crescente e un sentimento di rabbia e tristezza tutte le volte che si pronunciava la parola extracomunitario (e non mi riferisco agli svizzeri). Sembrava si accendesse uno schermo con su scritto APPLAUSI!
Visto lo scrosciare di mani su cose dette con apparente tono di facezia ma in realtà con un contenuto che offende l’essenza prima dell’uomo che è quella dell’uguaglianza indipendentemente dalla sua provenienza. Come se il trovare la causa del limite alla nostra libertà non fosse dentro di noi, nelle nostre paure del perdere libertà, averi, fisicità, … ma fosse un problema causato dall’altro – che per vigliaccheria non è mai quello superficialmente simile a noi – creandoci così un alibi a non dover cambiare; il cambiamento vero parte sempre da dentro.
Tutto questo con una memoria che già in passato quando si individuavano gruppi di persone da mettere al bando era solo per mascherare problemi ben più gravi (nell’oggi 7.000 in cassa integrazione) e preparare l’ascesa di un potere di per sé assoluto e non democratico.
Quando il bene affronta il problema sa che è fatica e complessità perché deve accordarsi con i vari aspetti della realtà e non esiste mai il nemico unico se non quello dell’ intransigenza.
Lillo Bruno Cerami
candidano a Sindaco di Sassuolo sostenuto dal Partito della Rifondazione Comunista e dai Verdi