Prosegue nella montagna modenese la riorganizzazione dei caseifici che producono Parmigiano-Reggiano. L’ultima novità riguarda il territorio di Lama Mocogno, dove sono rimaste attive due cooperative casearie, entrambe aderenti a Confcooperative Modena.
Il 30 aprile ha, infatti, cessato l’attività il caseificio S. Martino di Montecenere, i cui soci sono confluiti in altre cooperative casearie. Da inizio maggio due aziende agricole conferiscono il latte al caseificio Beato Marco di Mocogno, che trasforma ora in Parmigiano-Reggiano 27 mila quintali di latte; le altre tre aziende, già socie del S. Martino, conferiscono al caseificio Rio S. Michele di Camatta di Pavullo, il quale adesso è in grado di lavorare quasi 20 mila quintali di latte.
Per la riorganizzazione della rete casearia a Lama, Confcooperative Modena si è avvalsa dell’assistenza tecnica e consulenza di Uniservizi (la società dei servizi contabili e amministrativi di Confcooperative Modena).
«La frammentazione delle imprese continua a essere una causa di debolezza strutturale di tutto il settore – afferma il presidente del settore lattiero-caseario di Confcooperative Modena Giordano Toni – Per questo motivo la nostra politica punta a favorire, laddove è possibile, la strada dell’aggregazione tra strutture, la quale permette ai caseifici di realizzare economie di scala e affrontare meglio un mercato che non ha ancora superato i momenti difficili».
Oltre al Beato Marco, nel territorio di Lama Mocogno resta attivo il caseificio S. Giuseppe di Pianorso.