Tiziano Motti è candidato alle elezioni europee con l’Udc nella circoscrizione del nord est Emilia-Triveneto. La notizia, nell’aria da giorni, è stata confermata ieri mattina dallo stesso Motti solo quando le liste per le europee erano in corso di presentazione nelle Corti d’appello competenti.
Il presidente di Europa dei Diritti aveva firmato l’accettazione della candidatura sabato scorso, 25 aprile, al termine di un lungo e cordiale colloquio con il segretario nazionale dell’Udc Lorenzo Cesa, a Roma.
E’ il punto di arrivo – ma anche l’inizio di un impegno in politica – di una massiccia campagna preventiva senza simboli e “senza rete” con cui Tiziano Motti si è presentato agli elettori del Nord Est come portatore di una cultura dei diritti del cittadino: impegno al quale l’editore e imprenditore reggiano dedica da anni gran parte del proprio impegno personale in tv, attraverso numerose pubblicazioni e soprattutto attraverso il movimento Europa dei Diritti, fondato nel 2004, che oggi offre servizi e consulenze legali gratuite a oltre centomila associati. Dunque una candidatura “dal basso” che si è confermata tale sino all’ultimo, che proprio per questo fa discutere da mesi ed è già studiata a livello universitario come case history dell’anno nella comunicazione politica italiana.
Le trattative con il partito di Pierferdinando Casini e Lorenzo Cesa andavano avanti da tempo sino a evidenziare una piena sintonia sulla cultura dei diritti e sui valori che sono cari all’Udc: la famiglia, la difesa del cittadino, la solidarietà, la libertà e la responsabilità dell’individuo.
Non è un mistero per nessuno che c’erano contatti stretti con il Popolo della Libertà anche ai massimi livelli nazionali: anzi, ad un certo punto la candidatura nel nord-est con il Pdl veniva data per certa. Tuttavia, di fronte ad opposizioni che venivano emergendo per ragioni di equilibri all’interno del partito, Motti ha preferito accettare la candidatura nell’Udc, nonostante il Pdl ancora ieri mattina avesse nuovamente offerto un posto in lista al presidente di Europa dei Diritti tramite i propri vertici.
Motti ha accettato una sfida impegnativa, con la consapevolezza tuttavia di portare un consistente valore aggiunto all’Udc. In ogni caso l’obiettivo di correre per il Parlamento europeo affermando una cultura dei diritti e di difesa del cittadino che va oltre le stesse appartenze politiche, è centrato.
Lo è in modo trasparente e coerente con la genesi di questa candidatura: dal basso, senza simboli di partito ma con le proprie forze e col proprio bagaglio imprenditoriale, culturale e ideale.
Ora il simbolo c’è, ed è quello dell’Udc: è il frutto, dicevamo, di un processo e di una competizione trasparente. Non a caso lo slogan di Motti è: ”L’importante è non è il colore del gatto, purchè prenda il topo. E io sono il gatto da topo”.
Chi ha aggredito Tiziano Motti perchè nei suoi manifesti non c’era il simbolo di un partito, ha fatto solo una brutta figura. Ora dovrà ricredersi, e riflettere sul fatto che le vie della politica non sono soltanto – e per fortuna – quelle della casta.