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Crisi nel distretto di Reggio: la situazione si aggrava

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Anche l’osservatorio Anteverto di Reggio Emilia, restituisce un quadro preoccupante della situazione produttiva e occupazionale del distretto. Sabrina Bondavalli, responsabile del Centro per l’impiego di Reggio, indica con un più 41 per cento il dato di aumento degli iscritti alle liste di disoccupazione nel primo trimestre del 2009, dato leggermente inferiore in termini percentuali del valore provinciale, ma in senso assoluto sicuramente significativo, poiché i disoccupati del distretto sono più di 8 mila rispetto ai 18.500 complessivi.

Sull’altro versante gli avviamenti sono calati di oltre il 30 per cento se il dato è preoccupante per il collocamento ordinario, diventa drammatico per il collocamento mirato dei disabili, con un calo di oltre l’80 per cento, a conferma che sono ancora una volta i più deboli a pagare le conseguenze della crisi in atto.
Per far fronte a questa situazione di difficoltà crescente, i servizi del Centro per l’impiego si fanno in quattro per offrire ascolto e orientamento a tutti coloro che si rivolgono agli sportelli dei servizi per l’impiego, la cui utenza sta cambiando di giorno in giorno. Questi non sono più solo donne o immigrati, con bassi titoli di scolarità e scarse esperienze professionali, ma aumentano anche gli uomini con titoli di studio elevati e con esperienza professionale consistente, che si rivolgono agli operatori per un supporto al ricollocamento, che richiedono percorsi di formazione e o tirocinio per affinare e migliorare le proprie competenze.
Che ancora una volta siano i più deboli a pagare per primi i costi di questa crisi, ce lo ricorda anche Riccardo Bedeschi di Nidil-Cgil, affermando che ormai il 50 per cento dei lavoratori interinali sono rimasti a casa e un numero imprecisato di collaboratori a progetto non trovano opportunità di lavoro, una volta terminate le precedenti esperienze. E per queste categorie risultano difficilmente utilizzabili gli ammortizzatori sociali ancora solo ipotizzati dal governo.
Nonostante che i dati sulle imprese del distretto, illustrati da Elena Burani dell’Ufficio studi della Camera di commercio, risultino leggermente migliori rispetto al dato provinciale, probabilmente grazie ad una vocazione terziaria maggiormente spiccata rispetto ad altri territori della provincia, le associazioni imprenditoriali presenti dipingono un quadro a tinte sempre più fosche. Mentre Antonio Puleo di Confindustria ha parlato di incremento esponenziale della Cassa integrazione tra i propri associati e di calo verticale degli ordinativi. Elisabetta Grassi dell’Api ha illustrato il rapporto congiunturale del proprio Ufficio studi, da cui emerge un dato significativamente pessimistico sull’ipotesi di ripresa a breve termine, confermando da parte delle imprese interessate l’intenzione di prolungare l’attuale situazione di Cassa integrazione per almeno altri tre mesi e per un altro 20 per cento di associate di dover, seppur malvolentieri, ricorrere a questi provvedimenti nell’immediato futuro. Mirco Pisi di Cna ha illustrato la forte difficoltà delle imprese più piccole, che stanno pagando il prezzo più salato in termini di blocco degli ordinativi e di dilazione dei pagamenti da parte dei committenti.
A questi annunci di forte difficoltà però, si aggiunge l’appello di tutte le associazioni in coro alla necessità di affermare un senso di responsabilità collettivo, che deve vedere tutti, parti sociali, amministrazioni pubbliche, imprenditori, lavoratori e istituti di credito uniti in uno sforzo comune per resistere e soprattutto per costruire le basi qualitative per agganciare la ripresa futura, scommettendo anche su nuove economie, nuovi settori produttivi, innovazione tecnologica, di prodotto e processo produttivo. Richiamata anche la necessità di uno sforzo per offrire anche a coloro che non ne usufruiscono, soprattutto i lavoratori precari e le imprese più piccole, ammortizzatori che permettano di superare la difficoltà senza disperdere professionalità importanti e preziose per il futuro.
A questo appello hanno fatto eco anche il contributo di Alessandra Russo e di Pier Luigi Pellinghelli di Unicredit Banca, che hanno preannunciato una iniziativa che sta per essere varata da questo istituto nei prossimi giorni e che metterà a disposizione a livello nazionale 8 miliardi di euro per favorire soprattutto le piccole imprese.
Dal canto suo, il professor Andrea Ginzburg dell’Università di Modena e Reggio, intervenuto all’incontro, ha ribadito la necessità di una lettura sempre più qualitativa della crisi in corso – di cui i tavoli Anteverto sono una importante occasione – unico presupposto per costruire un futuro per il sistema economico e produttivo reggiano.

“Da queste riflessioni – ha affermato l’assessore al Lavoro della Provincia Gianluca Ferrari – emerge in maniera evidente un quadro di forti difficoltà del sistema economico e produttivo reggiano, che in primo luogo coinvolge larghe fasce di lavoratori meno tutelati. Per questo continua l’impegno della Provincia si per favorire tutte le forme di sostegno al reddito e di rafforzamento delle competenze dei lavoratori, soprattutto più deboli, per favorire una maggiore capacità di presentarsi meglio attrezzati alla ripresa produttiva”. L’assessore Ferrari ha anche detto che “cogliamo come un segnale positivo, la volontà da parte di tutti gli attori istituzionali e sociali nell’impegnarsi per resistere il più possibile in questa difficile situazione, ma al contempo non possiamo ignorare che la crisi potrà essere superata se il governo metterà in campo strumenti veramente incisivi, al di là dei vuoti proclami, per offrire un sostegno al reddito anche a coloro che hanno meno reti di protezione sociale, e prefigurare un modello di sviluppo sicuramente diverso da quello attuale, che premi le aziende che investono in innovazione, in crescita qualitativa del sistema produttivo, scoraggiando le speculazioni finanziarie e le rendite parassitarie”.