«I dati sull’andamento dell’occupazione devono farci riflettere, ma soprattutto devono farci assumere decisioni in tempi brevi per sostenere il reddito di chi ha perso il lavoro».
Lo afferma Pasquale Coscia, responsabile delle politiche del lavoro per la segreteria provinciale della Cisl, che commenta i numeri diffusi ieri dall’osservatorio provinciale sul mercato del lavoro.
«Sono dati che destano grande preoccupazione, ai quali si aggiungono quelli provenienti da Inps ed Eber – dice Coscia – Tra marzo 2008 e marzo 2009 le ore di cassa integrazione ordinaria nel settore industria e servizi sono cresciute del 461 per cento. Nel solo mese di marzo 2009 sono state 5.175 le domande presentate all’Inps per l’indennità di disoccupazione; queste richieste si aggiungono alle 4.892 di gennaio e febbraio. Crescono in modo esponenziale anche le richieste di sospensione Eber (fondo artigiano di sostegno al reddito): A Modena sono 81 (sulle 325 in tutta la regione) le aziende che hanno già esaurito il plafond annuale di 520 ore per lavoratore a cui le imprese possono attingere in caso di contrazione dell’attività lavorativa. A questo punto, però, è necessario che istituzioni e parti sociali facciano la loro parte, anziché limitarsi a invocare che altri agiscano».
Per Coscia la Provincia, in coerenza con il protocollo “anti-crisi” firmato il 19 dicembre 2008, deve mettere in atto politiche attive del lavoro e favorire, attraverso i Centri per l’Impiego, l’incontro tra domanda e offerta di lavoro. Alla Regione il segretario Cisl chiede di definire urgentemente l’accordo in merito agli ammortizzatori sociali in deroga, visto che una prima quota di risorse, che per l’Emilia-Romagna ammonta a dieci milioni di euro, è già stata assegnata alle Regioni con decreto ministeriale del 19 febbraio 2009. Alcune Regioni, come Toscana Marche, Veneto, Friuli e Sicilia, hanno già raggiunto l’accordo con le parti sociali e deliberato la destinazione delle risorse finanziarie.
«Noi riteniamo che queste risorse debbano essere distribuite tenendo conto prioritariamente degli ultimi, di coloro cioè – spiega Coscia – che sono privi di qualsiasi altro tipo di ammortizzatore sociale, compreso l’assegno di disoccupazione. Mi riferisco, per esempio, ai soci lavoratori dipendenti di cooperative. Secondo una stima, a Modena sono oltre mille i lavoratori a rischio nei settori della logistica, facchinaggio, autotrasporti e ristorazione. Hanno gli stessi diritti dei lavoratori dell’industria e – conclude il responsabile politiche del lavoro della Cisl – devono avere le stesse tutele affinché nessuno sia lasciato da solo di fronte a questa crisi».