L’onda della crisi sta sommergendo la Bassa reggiana. E’ quanto emerso dall’ultimo incontro del Tavolo-osservatorio Anteverto della Provincia tenutosi a Guastalla, che ha evidenziato una situazione particolarmente critica per questo distretto produttivo.
I dati forniti dalla responsabile del centro per l’impiego, Giorgia Lusetti, parlano di una crescita di oltre il 50% degli iscritti alle liste di disoccupazione, parallelamente ad un rallentamento degli avviamenti di oltre il 45% e ad un incremento degli iscritti alle liste di mobilità che raggiungerà a fine marzo oltre il 75% di quanto registrato nel corso di tutto il 2008. A questa situazione i servizi del Centro per l’impiego tentano di far fronte incrementando l’attività in particolare di accoglienza e orientamento.
I dati resi noti da Burani dell’Ufficio studi della Camera di commercio, aggiornati al 31 dicembre, mostrano già segnali di rallentamento dell’attività nelle imprese del distretto, soprattutto tra le aziende artigiane, che confermano una caratterizzazione fortemente manifatturiera del territorio e dunque, ora, una estrema difficoltà dell’attività produttiva. Ciro Maiocchi della Cgil ha segnala una situazione di forte affanno delle imprese locali, che a fine marzo vedranno 193 aziende con forte riduzione di attività produttiva, oltre 5.000 lavoratori il Cassa integrazione, ed una estensione del fermo produttivo che, rispetto a gennaio, in molte aziende si è allungato di diversi giornate al mese.
La testimonianza di un imprenditore locale, Tirabassi dell’omonima azienda metalmeccanica, ha dipinto un quadro a tinte fosche, prevedendo entro l’estate un calo degli ordinativi, oggi tra il 30 e il 40 %, che potrebbe spingersi fino all’80%: se in autunno non si manifesteranno segnali di ripresa, molte aziende di piccole dimensioni potrebbero chiudere definitivamente, e tra queste, paradossalmente, proprio quelle che nel 2008 hanno effettuato forti investimenti tecnologici e produttivi, con un altrettanto significativo indebitamento con le banche, oggi non supportato da una corrispondente attività produttiva.
Su questi temi il sindacato – ed anche Manari dell’Associazione industriali – hanno segnalato come l’attuale crisi debba rappresentare anche un ripensamento complessivo dello sviluppo del distretto, basato troppo sulla produzione di tipo quantitativo e poco sulle produzioni maggiormente innovative e ad alto contenuto tecnologico: “Si utilizza – ha spiegato Maiocchi della Cgil – mano d’opera a basso contenuto professionale e scarso valore aggiunto”.
Come valutare dunque il futuro di questo distretto? Un contributo è venuto anche dal professor Ginzburg dell’Università di Modena e Reggio: “Bisogna cambiare ottica sullo sviluppo – ha detto – sicuramente occorre investire su produzioni innovative e a più alto contenuto tecnologico, così come vanno pensate nuove filiere produttive, più lunghe di quelle attuali, soprattutto da parte delle piccole imprese; e bisogna individuare nuove nicchie di mercato, che oggi sembrano essere rappresentate, ad esempio, dai Paesi del nord Africa”.
Secondo Speziale dell’Api per ottenere questi risultati è necessario investire in nuove figure professionali, come il controller di produzione e l’esperto di mercati esteri, così come è indispensabile una crescita di cultura imprenditoriale che non si limiti alla capacità produttiva e commerciale, ma che sappia rafforzare le competenze gestionali e manageriali dell’imprenditore.
In proposito, Aldo Avosani della Cna, ha sottolineato la necessità di maggiori investimenti formativi per gli imprenditori artigiani, facendo appello anche ai rappresentanti degli enti locali per favorire lo snellimento delle procedure amministrative, senza però abbassare la guardia sui pericoli che l’attuale situazione può racchiudere, come l’aumento dei fenomeni collegati all’usura e alle infiltrazioni della criminalità organizzata.
I sindaci di Guastalla, Gualtieri, Luzzara e Reggiolo hanno quindi illustrato diverse iniziative per attenuare gli effetti sociali della crisi, in particolare intervenendo sulle tariffe dei servizi, sulle agevolazioni e gli aiuti alle famiglie più in difficoltà. “Nello stesso tempo – ha detto il sindaco di Guastalla Dallasta – è necessario un intervento immediato del Governo per sbloccare i vincoli del Patto di stabilità, che sta strangolando gli enti locali, impedendo di attivare investimenti con le risorse già disponibili, che sicuramente potrebbero rappresentare un importante volano per la ripresa dell’edilizia e dell’indotto”.
“Il coro di preoccupazioni e di critiche al Governo – ha concluso l’assessore provinciale al Lavoro Gianluca Ferrari – dimostra in maniera esplicita come il livello nazionale si stia muovendo male e troppo lentamente rispetto alla portata della crisi. Mentre le istituzioni e le forze sociali locali stanno promuovendo sul territorio diverse iniziative importanti -come l’anticipazione sociale della Cassa integrazione speciale, la velocizzazione e snellimento delle procedure Inps per gli ammortizzatori sociali, la programmazione di iniziative di formazione professionale per disoccupati e lavoratori occupati anche precariamente, il sostegno al reddito per coloro che non fruiscono di nessun ammortizzatore, le agevolazioni per favorire l’accesso al credito da parte delle imprese, la realizzazione di nuove idee imprenditoriali soprattutto in favore delle donne e dei giovani – il Governo sembra ignorare la drammaticità della situazione, o peggio nasconderla, non adottando provvedimenti all’altezza della situazione: per questo, facendoci interpreti anche delle voci uscite nell’incontro odierno, ci faremo portatori di queste istanze nei confronti di Regione e Governo. Nel frattempo l’importante è non perdere la testa, ma produrre, come ha fatto l’Unità anticrisi istituita dalla Provincia, azioni concrete e tangibili, anche se di piccola dimensione, per rafforzare la tenuta sociale e salvaguardare l’apparato produttivo locale”.