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Lavoro nero, Cisl: irregolare il 60% delle imprese ispezionate

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Gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali non diminuiscono anche a causa del continuo aumento del lavoro nero e irregolare, che spesso comporta minori tutele e sicurezze per i lavoratori. Lo afferma la Cisl di Modena, la quale ha analizzato i dati Inail e Ausl su infortuni e malattie professionali, presentati ieri un convegno promosso dalla Provincia, e li ha incrociati con i risultati delle attività di vigilanza condotte dalla Direzione provinciale del Lavoro.

«Nel 2008 sono state ispezionate 1.386 aziende, 841 delle quali (pari al 60 per cento) sono risultate irregolari – rivela Pasquale Coscia, responsabile delle politiche del lavoro per la segreteria provinciale della Cisl – La Direzione provinciale del Lavoro ha scoperto 2.888 lavoratori irregolari, 541 dei quali totalmente in nero. Le sanzioni amministrative, penali e civili irrogate ammontano a 3,7 milioni di euro, cui vanno aggiunti altri 3,6 milioni di recupero contributi e premi». Secondo la Cisl questi dati confermano che si sta aggravando la situazione sul versante della legalità nel mercato del lavoro, un fenomeno solo in parte giustificato dalla crisi economica.

«Se la DpL ha disposto nel solo 2008 la chiusura o sospensione di oltre cinquanta imprese che avevano più del 20 per cento di dipendenti in nero, significa che ci troviamo di fronte a un’escalation dell’illegalità che deve preoccupare tutti, parti sociali e istituzioni – continua Coscia – Detto questo, è fondamentale proseguire e rafforzare i controlli e la vigilanza per contrastare e punire i furbi. Non possiamo ignorare, tra l’altro, che a volte le imprese colpevoli di illegalità sono in qualche modo legate alle organizzazioni criminali ormai radicate nella nostra provincia, come hanno purtroppo confermato anche le recenti indagini della magistratura e delle forze dell’ordine modenesi. Oltre a reprimere chi sbaglia, però, noi diciamo che occorre premiare chi rispetta le norme e applica i contratti».
Quanto all’andamento degli infortuni, il segretario Cisl ricorda che il costo della “insicurezza del lavoro” rappresenta oltre il 3 per cento del Pil; pertanto è utile e conveniente investire in prevenzione, organizzazione del lavoro, formazione e informazione dei lavoratori, specialmente quelli stranieri. «Per tutte queste ragioni chiediamo la piena applicazione del Dlgs 81/2008 (cosiddetto Testo unico sulla sicurezza). Oltre a non dare piena efficacia alla normativa, – conclude Coscia della Cisl – ulteriori lungaggini e deroghe rischiano di incoraggiare chi si lascia tentare dalle scorciatoie del sommerso».