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Sassuolo: presentata la ricerca “Sportivamente”

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E’ stata presentata questa mattina in Sala Biasin la seconda edizione di “Sportivamente”, ricerca statistica con considerazioni e analisi dedicata allo sport giovanile a Sassuolo, realizzata attraverso un’indagine nelle scuole di primo e secondo grado. Erano presenti molti rappresentanti delle società sportive locali, l’assessore allo sport Carla Ghirardini, l’assessore provinciale Stefano Vaccari, esponenti di Coni, Uisp e Csi.


L’analisi si è soffermata, oltre che sui dati statistici generali riguardanti gli sport più praticati (in testa calcio e pallavolo) soprattutto sulle età e sui motivi dell’abbandono della pratica sportiva o sulle ragioni di chi non pratica attività fisica di nessun tipo.
Molte le considerazioni interessanti, ma sicuramente va sottolineato come l’inizio della pratica sportiva sia molto precoce, concentrato principalmente negli anni pre-scuola o durante la scuola elementare (80%) ma altrettanto precoce sia l’abbandono dell’attività, che avviene per il 50% prima dei 13 anni e prima dei 18 per un complessivo 80% abbondante.
Le ragioni di queste scelte sono state indagate dalla statistica e sono emersi alcuni elementi importanti: un ricorrente riferimento al divertimento e alla socialità, vale a dire lo sport si pratica finchè diverte e si fa con gli amici, ma anche, con dati comunque rilevanti, motivi di abbandono legati alla mancanza di tempo e all’eccesso di agonismo, alle pretese, alla gravosità dell’impegno richiesto.
Tutti temi su cui l’assessore allo sport Carla Ghirardini ha invitato chi promuove lo sport a riflettere: “Colpisce la scelta precoce di abbandonare lo sport – ha detto – e ci impegna a lavorare ancora su questa fascia giovanile e a unire le forze fra tutti i soggetti impegnati nella formazione del ragazzo, istituzioni, famiglie, scuola, associazioni dello sport, per raggiungere l’obiettivo. Lo sport deve uscire dalla nicchia di attività accessoria e farsi conoscere per quello che è, un luogo privilegiato, perché si tratta di un’attività gradita al ragazzo, dove veicolare messaggi di lealtà, socialità, rispetto delle regole e degli impegni presi. Rischiamo che in una situazione di crisi economica, alla quale si accompagna anche una crisi di valori, lo sport finisca fra le prime voci oggetto di taglio, una scelta che si rivelerebbe sbagliata e andrebbe a impoverire la proposta educativa complessiva”.
“Questo concetto del ruolo anche sociale che lo sport può avere nella crisi – ha detto Stefano Vaccari, assessore provinciale – è nuovo e importante e va coltivato con adeguate iniziative. In tempi difficili è possibile che prevalgano l’isolamento e il peggioramento delle relazioni sociali. Lo sport può aiutare in questo senso, ma il suo ruolo va coltivato, non tanto e non solo attraverso la ricerca delle disponibilità economiche ma con un lavoro di rete sempre più intenso fra tutti i soggetti coinvolti”.