Grazie a un delicato intervento chiurgico durato 10 ore, un team di 12 operatori dell’Istituto Giannina Gaslini di Genova ha salvato un bimbo tredicenne di Sorrento con un angioma gigante nel cervello.
Un maxi-intreccio di arterie e vene che comunicavano tra loro in modo anomalo, formando una sorta di ‘spugna’ potenzialmente mortale. L’intervento, eccezionale sia per la dimensione dell’angioma (più di 5 centimetri) sia per la sua posizione – spiega l’ospedale pediatrico ligure – è stato condotto da un’equipe coordinata da Armando Cama, direttore dell’Unità operativa di Neurochirurgia.
L’operazione neurochirurgica è stata preceduta da tre procedure endovascolari di embolizzazione, eseguite a distanza di un mese l’una dall’altra per chiudere con una colla ad hoc i vasi che alimentavano la grave malformazione.
Il bambino rischiava di morire per emorragia cerebrale – si legge in una nota del Gaslini – ma grazie alla ‘maratona’ chirurgica, con l’utilizzo di procedure mediche sofisticate e innovative, oggi è completamente guarito. La rimozione dell’angioma ha coinvolto neurochirurghi, anestesisti e infermieri specializzati, ed è stata portata a termine senza intaccare le strutture adiacenti.
L’angioma cerebrale è una malformazione congenita, ricordano gli esperti. In base alla dimensione, e alla sua posizione nel cervello, puo’ sanguinare improvvisamente portando il paziente al coma o alla morte. La malattia puo’ rimanere silenziosa per anni e molto spesso non viene diagnosticata. La sua incidenza è dunque difficile da calcolare, ma è stimata intorno al 5% nella popolazione pediatrica. Tra tutti i casi di emorragia cerebrale riscontrati nei bambini, la metà è causata proprio da angiomi; più del 50% dei piccoli che sviluppano emorragia è destinato ad avere forti disabilità neurocognitive e motorie, nel 10% dei casi segue un decesso. La mortalità post-operatoria è pari al 2-3 %. Il bimbo operato al Gaslini non aveva mai avuto sintomi, finché nella scorsa primavera è stato colto da un malore improvviso, con forte mal di testa e vomito. “La Tac ha evidenziato la presenza di un angioma gigante – racconta Andrea Rossi, direttore dell’Unità operativa di Neuroradiologia del Gaslini – e a peggiorare le cose c’era la posizione della malformazione, tale da compromettere l’uso del linguaggio e della comprensione poiché si trovava alla confluenza tra i lobi occipitale, parietale e temporale sinistro: l’emisfero dominante nel destrimano”, dice. L’equipe guidata da Cama ha valutato attentamente il complesso caso, pesando rischi e benefici dell’intervento. Alla fine si è deciso di operare, ma solo attraverso una speciale programmazione di interventi in sequenza. Da maggio a luglio sono state quindi eseguite le tre embolizzazioni.
“Si introduce un piccolo catetere nell’arteria femorale dell’inguine – continua Lucio Castellan, direttore della Neuroradiologia all’ospedale San Martino di Genova, che ha partecipato all’intervento come consulente del Gaslini – si sale fino dentro al cervello, nelle arterie che nutrono la malformazione, e via via si occludono con questa specie di colla liquida che, solidificando, ottura selettivamente le arterie malate”. E “solo a questo punto – prosegue Cama – nel mese di luglio si è potuto programmare l’intervento di rimozione neurochirurgica” che ha impiegato un sistema di neuronavigazione d’avanguardia. Il controllo con angiogragia a 6 mesi ha mostrato la completa guarigione del bambino che, attualmente, sta dismettendo progressivamente anche il necessario trattamento contro le convulsioni epilettiche.
Fonte: Adnkronos