Le sezioni unite della Cassazione hanno accolto il ricorso di Angelo Rizzoli per intervenuta ‘abolitio criminis’. Rizzoli, in qualità di vicepresidente e amministratore delegato della Rizzoli editore spa, era stato condannato dalla corte d’appello di Milano a cinque anni di reclusione, derivanti dall’applicazione della pena base di cinque anni e cinque mesi di reclusione per il reato di bancarotta, cui dovevano aggiungersi un anno e otto mesi per l’aggravante di cui art. 219 della legge fallimentare e otto mesi per i reati in continuazione, cosiìpervenendo alla pena di 7 anni e sei mesi, ridotta di un terzo per il rito abbreviato.
Il ricorso di Rizzoli lo scorso 16 dicembre era stato rimesso alle sezioni unite dalla Prima sezione penale affinché dicessero se per il reato contestato a Rizzoli fosse o meno intervenuta l”abolitio criminis’. Il Tribunale di Milano, nel novembre 2007, aveva ritenuto che non si versasse in un’ipotesi di ‘abolitio criminis’ ritenendo che sussistesse “continuità normativa fra vecchia e nuova disciplina delle procedure concorsuali”. Piazza Cavour, a sezioni unite, ha bocciato questa tesi, annullando definitivamente la condanna a Rizzoli. ”Per me oggi finisce un’odissea durata 26 anni, che ha spezzato la mia vita”, dice Angelo Rizzoli all’Adnkronos commentando la decisione della Cassazione che ha definitivamente annullato ogni accusa di bancarotta nei suoi confronti.”Quando fui portato in carcere il 18 febbraio 1983 – ha raccontato Rizzoli – ero un giovane uomo di 39 anni. Oggi quell’incubo si è concluso. Ma mi ritrovo ad essere un anziano signore di 65 anni, la cui esistenza è stata distrutta”. ”Sono stato in carcere – ha detto – per 13 mesi, ho subito sei procedimenti, che si sono tutti conclusi con l’assoluzione, ho perso tutto. All’epoca del mio arresto ero presidente e amministratore delegato della Rizzoli Corriere della sera e controllavo il 52% delle azioni. Mi sono stati sequestrati tutti i beni, poi venduti ad una cifra irrisoria rispetto al loro valore”.”A questo punto – fa sapere – parlerò con i miei legali e mi muoverò in tutte le direzioni possibili perché intendo chiedere un risarcimento morale, economico ed esistenziale per me e per la mia famiglia”.Angelo Rizzoli fu arrestato per la prima volta il 18 febbraio 1983 per reati finanziari relativi ai bilanci del gruppo Rizzoli-Corriere della sera degli anni 70-80. Viene rilasciato nel maggio dello stesso anno e riarrestato il 26 giugno 1983 per ritornare in libertà il 30 marzo 1984 allo scadere dei termini di carcerazione preventiva: ‘Ttredici terribili mesi – ha sottolineato – che hanno stravolto tutta la mia esistenza”. Rizzoli è costretto infatti a dimettersi da ogni carica. Perde tutti i suoi averi e il gruppo editoriale, posto sotto sequesto, viene venduto nel 1985 per ”una manciata di miliardi”. Dal primo procedimento aperto nei suoi confronti ne scaturiscono altri: Rizzoli si trova a dover fare i conti con sei processi penali diversi.”Sono stato sempre assolto – ha riferito – mancava quest’ultimo pronunciamento. Ora posso ricominciare a vivere”.
Fonte: Adnkronos