Le nozze ‘lampo’ non cancellano il diritto agli alimenti per la ex. Nemmeno se il matrimonio è durato appena sette giorni e non è stato consumato. Lo sancisce la Cassazione (prima sezione civile, sentenza 2721) per la quale, più della durata delle nozze e dell’intimità, conta la ”differenza di redditi” nella coppia. Ragione per cui, dice Piazza Cavour, se dopo la separazione il tenore di vita di lei ”risulti deteriorato” l’ex dovrà mettere mano al portafoglio e rassegnarsi a dare un pur minimo mantenimento alla ex.
Gli ‘ermellini’ hanno bocciato così il ricorso di Aroldo F., un bolognese che aveva celebrato matrimonio concordatario con Franca M. il 4 marzo del 2001. Matrimonio terminato ”dopo appena una settimana” quando la moglie se ne era andata di casa, rifiutando qualsiasi rapporto intimo. Il Tribunale di Bologna, il 29 dicembre 2004, in considerazione della brevità estrema della convivenza aveva bocciato la richiesta di mantenimento, avanzata da Franca. Sentenza ribaltata il 25 maggio del 2005 dalla Corte d’Appello del capoluogo emiliano che imponeva ad Aroldo di sborsare alla ex un assegno divorzile di 250 euro.
Fonte: Adnkronos