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Offese a Napolitano, camere penali denunciano Di Pietro: ”Accetto la sfida”

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L’Unione delle camere penali italiane ha depositato oggi presso la Procura della Repubblica di Roma una denuncia contro il leader dell’Italia dei Valori Antonio Di Pietro ipotizzando l’accusa di offesa all’onore e al prestigio del presidente della Repubblica. La denuncia, che fa riferimento a quanto accaduto durante la recente manifestazione di piazza a Roma, è stata firmata dal presidente delle Camere penali Oreste Dominioni e dal vicepresidente Renato Borzone.

“Secondo quanto ha riferito la stampa – si legge nella denuncia – il parlamentare ha affermato nel corso di una nota e recente manifestazione di piazza ‘vogliono farci ancora una volta lo scherzetto di piazza Navona. Ma in una civile piazza c’è il diritto di manifestare, presidente Napolitano, possiamo permetterci di accogliere in questa piazza chi non è d’accordo con alcuni suoi silenzi. A lei che dovrebbe essere arbitro, possiamo dire che a volte il suo giudizio ci appare poco da arbitro e poco da terzo'”. Secondo i denuncianti “la vistosità della portata offensiva e delegittimante l’altissima funzione istituzionale esercitata dalla suprema carica dello Stato repubblicano di tali affermazioni ha determinato unanimi comportamenti di ferma indignazione. Tra questi l’opinione di un ex presidente della Repubblica che vi ha riscontrato un palese carattere di reato”. Secondo la denuncia “accusando il presidente della Repubblica di comportamenti non imparziali e omissivi assimilati a quelli di natura omertosa propri della mafia, l’onorevole Di Pietro ha oscurato la limpidezza morale e il credito di cui devono essere necessariamente circondate le attribuzioni al capo dello Stato, delegittimandolo nella persona e nella istituzione che rappresenta. L’attacco al capo dello Stato si rivela palesemente strumentale a sostenere la presa di posizione dell’onorevole Di Pietro sui temi della riforma generale della giustizia”.
“Accetto ben volentieri la sfida” di Dominioni, ”persona che rispetto e stimo sia sul piano personale che sul piano professionale” ha replicato Di Pietro. ”Sono certo – assicura il leader di Idv – che vincerò la causa per tre buone ragioni: la prima perché non ho mai accusato il capo dello Stato di essere mafioso né l’ho mai pensato (la registrazione integrale del mio intervento ne sarà la prova); la seconda perché nell’aver rispettosamente sostenuto che, a mio avviso, il capo dello Stato non sempre si sarebbe dimostrato imparziale, ho esercitato un legittimo diritto di critica che la Carta costituzionale garantisce a tutti i cittadini nei confronti di ogni autorità”. E ”la terza perché, a prova del predetto diritto di critica (di ben più ampio spessore) porterò in tribunale una copiosa rassegna stampa riguardante numerosi casi di critica nei confronti di altri presidenti della Repubblica (Cossiga e Ciampi), senza che nessuno abbia sollevato tale e tanto clamore come quello scatenatosi nei miei confronti solo perché non sono allineato al sistema e non mi rassegno ad abbassare la testa. Una cosa, da subito, posso assicurare all’amico Oreste Dominioni che non chiederò, in alcun modo, che mi sia riservata l’insindacabilità delle dichiarazioni rese come parlamentare. Se qualcuno vuole il processo è bene che ci sia perché i principi costituzionali, come la libertà di pensiero e di espressione – conclude Di Pietro – vengano riaffermati”.

Fonte: Adnkronos