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Teatro in dialetto a Maranello: in scena due farse dell’Ottocento

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Il teatro dialettale è protagonista a Maranello. All’Auditorium Enzo Ferrari nel mese di febbraio sono in programma due spettacoli in dialetto, a cura del Comune e di Emilia Romagna Teatro: un’ottima occasione per riavvicinarsi o scoprire una grande tradizione, patrimonio unico dell’identità culturale del territorio.

Dopo la prosa di Pirandello e la comicità della Finocchiaro è ora la volta del teatro dialettale, che vedrà la compagnia “I teatrant ed Modna”, sotto la direzione del poliedrico Luciano Simonazzi, impegnata in due farse dell’800 modenese: La sgavatta intrighèda e Deint e cavii, del nostro concittadino Emilio Roncaglia. Il tutto sul palcoscenico dell’Auditorium Ferrari di Maranello, nella serata di martedì 3 febbraio, alle ore 21.

La compagnia dialettale ”I teatrant ed Modna” diretta dall’energico avvocato Simonazzi (“Un pensionato estremamente impegnato” come ama definirsi) propone due farse dell’800: La sgavatta intrighèda e Deint e cavii firmate dal modenese Emilio Roncaglia, che nella metà del XVII secolo fu insegnante al Liceo cittadino, amico del Carducci, del Pascoli e di Paolo Ferrari, oltre che buon poeta egli stesso.

“Roncaglia è stato un buon papà per i filodrammatici delle compagnie locali – ci confida Simonazzi – i quali spesso ricorrevano a lui per farsi scrivere uno scherzo o una farsa, e il professore li accontentava tutti”.

“Oggi – continua l’avvocato – il modo di ridere e di divertirsi è profondamente cambiato da allora: le battute e le situazioni che facevano ridere i nostri nonni o bisnonni ora possono far soltanto sorridere. Noi presentiamo questo tipo di spettacolo certamente come scorcio di vita ottocentesca ma, soprattutto, come fenomeno di costume di tempi a noi lontani”.

“Il teatro di prosa dialettale si basa indubbiamente sul divertimento, ma spesso è anche l’unico veicolo che consente a una comunità di mantenere viva e vitale quella lingua che affonda le proprie radici nell’essenza della nostra terra. Il nostro dialetto, come tutte le lingue, ha subito e continua a subire trasformazioni: lo testimoniano espressioni usate dal Roncaglia nelle sue farse che farebbero la gioia di un filologo, espressioni che oggi ci incuriosiscono e ci proiettano nel mondo antico della nostra Modena”.

Ma veniamo alle farse: La sgavatta intrighèda prende corpo dal pasticcio generato da una lettera arrivata nelle mani sbagliate, creando equivoci e situazioni imbarazzanti che coinvolgono l’autore della missiva nelle sue intenzioni sentimentali. Corollario a questa situazione e ilare protagonista il personaggio decisamente ignorante che ostenta velleità da letterario. La seconda, Deint e cavii, nasce dall’assunto – più che mai contemporaneo – che nessuno vuole mostrarsi agli altri se non attraverso l’immagine esteriore della bellezza e della giovane età. L’incanutirsi dei capelli e la caduta di qualche dente possono dar vita a situazioni decisamente tragicomiche.

“E’ evidente – conclude Simonazzi – che il meccanismo delle farse si basa principalmente sull’equivoco: partendo da una qualsiasi banalità, le cose si complicano quasi a minacciare un dramma, per finire invece in una risata… Quella stessa risata che cercheremo di strapparvi”.