Ritratti di nobili e di ricchi borghesi, scatti di personaggi illustri e persino di re, ma anche eventi della storia italiana, emiliana e modenese in particolare. Gli oltre 100 scatti in mostra fino a domenica 25 gennaio al Fotomuseo Giuseppe Panini di Modena raccontano uno scorcio dell’Italia tra ‘800 e ‘900, immortalato dalla mano esperta di una famiglia di fotografi del tempo, i Sorgato.
A questi imprenditori della camera oscura, che aprirono studi fotografici in Emilia, Veneto e Toscana, è dedicata la rassegna, realizzata in collaborazione con la Fondazione Cassa di Risparmio di Modena, dal titolo “I Sorgato imprenditori fotografi – Lo studio modenese”.
Protagonisti dell’esposizione sono i ritratti e le foto di vedute, realizzati in particolare negli studi modenesi da Gaetano e Ferruccio Sorgato, padre e figlio, in un confronto per analogie, similitudini e differenze: dallo scatto della giovane Carmen, che diventerà poi la moglie di Ferruccio Sorgato, a quello del comizio in piazza Grande in occasione della visita di re Umberto I a Modena, ma anche altre importanti testimonianze di storia della città emiliana, come la foto della posa della prima pietra del “Tempio monumentale dei Caduti” alla presenza di Vittorio Emanuele III o dell’abbattimento delle mura nel 1911, oltre a scatti di opere d’arte.
E’ nella metà dell’Ottocento che Antonio Sorgato, formatosi come pittore, inaugura a Venezia il primo studio fotografico di famiglia. A questo seguiranno, a partire dal 1864, gli studi di Bologna, Modena, Reggio Emilia, Carpi, Parma e Firenze, aperti grazie alle capacità imprenditoriali dei fratelli Angelo e Gaetano.
La passione per la fotografia e le capacità imprenditoriali dei fratelli Sorgato vengono tramandate anche alla generazione successiva; è così che Ferruccio Sorgato nel 1897 apre un nuovo studio fotografico a suo nome a Modena e lavora a Forlì e, insieme al cugino Angelo Fortunato (figlio di Angelo), che prosegue l’attività di famiglia a Reggio Emilia, tenta la gestione di un atelier a Salsomaggiore.
L’esposizione modenese vuole rendere omaggio a una famiglia che, con la sua rete di laboratori fotografici aperti tra Venezia e l’Emilia, ha documentato la storia e l’evoluzione della società delle principali città emiliane.
La mostra e il relativo catalogo sono a cura di Roberta Russo, ricercatrice al Fotomuseo Giuseppe Panini.