Dal 24 gennaio al 22 febbraio 2009, l’associazione culturale Magazzini Criminali, con sede a Sassuolo in piazzale Gazzadi, presenta una personale dell’artista Patrizia Rampazzo.
Curriculum vitae e artistico
Dopo gli studi liceali, ottiene il diploma di laurea all’Università di Lettere e Filosofia dell’Ateneo di Bologna, con indirizzo in Storia dell’Arte con discussione della tesi dal titolo Città di pietra, città di latta. I materiali della scena urbana di Reggio Emilia, relatore Pier Luigi Cervellati. Per alcuni anni è stata animatrice culturale presso il Comune di Scandiano e dal 1987 ricopre il ruolo di docente di storia delle arti visive all’ Istituto d’Arte di Reggio Emilia.
Si occupa da anni di arte, storia dell’arte e critica d’arte, collaborando con istituzioni pubbliche e private nell’organizzazione e conduzione di seminari, conferenze, mostre, cicli di lezioni, presentazione di artisti.
Negli anni ‘80 ha curato la presentazione critica dell’Archivio Giovani Artisti Reggiani e ha scritto:
Città di pietra e città di latta, in La memoria della città, Comune di Reggio Emilia, 1981
Il nome vanifica la cosa, fotografie di Luciano Bonacini,1988
Sacra, Luca Crotti – Matteo Pagani, Accademia di Belle Arti di Bologna, Galleria Il Carbone, Ferrara, 2006
Un richiamo silenzioso, Luca Crotti – Matteo Pagani, Chiesa di S.Lorenzo Martire, Gavasseto, 2006
Geremia, il profeta, Scultori, Comune di Gualtieri, 2006
Collabora dal 1988 con il fotografo Luciano Bonacini e dal 2002 con il ceramista Giuliano Iori.
Autodidatta in campo artistico, espone dal 1998, inizialmente con opere pittorico – materiche bidimensionali e attualmente produce lavori “scultorei”, che mantengono comunque la stessa caratteristica bidimensionali.
La produzione degli anni 2002 – 2003 sembra allontanarsi parecchio da quella degli anni ‘90: fa uso di tutti i tipi di materiali che le capita di incontrare e che l’attirano, carta, cera, metallo, legno, residui, scarti , ma mentre precedentemente ne dava una connotazione di memoria e stratificazione del tempo, nelle opere ne esce una maggiore urgenza di presente. Sono entrati prepotentemente i rossi, le nuove forme leggere e ironiche, i temi scherzosi, la manipolazione e decorazione della terra e le varie tecniche di lavorazione e cottura che hanno condotto alla creazione di “pittura plastica”, ma anche a una serie di “gioie per il corpo”, monili da passeggio o monumentali, realizzati in materiale ceramico.
Sono anche comparsi temi per lei importanti: nel 2003- 2004 gli alberi e nel 2006 la casa dell’oracolo e la montagna sacra, che sembrano volersi ricollegare allo strato simbolico ed ermetico emerso negli anni ‘90 e mai del tutto accantonato.
Nel 2008 è emerso il tema delle dimore umane, dal titolo “Nomadi o stanziali, precari abitatori sono … e tenaci”, parallelo a quello dal titolo “Viaggio lento “ che vogliono essere una proposta di opere sul tema dell’abitare o del cercare, da parte dell’uomo, luoghi imprevedibili e impossibili.
Parallelamente “Viaggio lento …” approfondisce maggiormente la metafora del viaggio come possibilità di trasformazione di sé e del paesaggio circostante e interiore, con un riferimento costante, a volte esplicito, alla narrativa di Chatwin, Calvino, Kundera e Hillman.
“… qui il gesto artistico sembra costituirsi proprio a partire da un processo intestino volto a recuperare e riplasmare materiali, per così dire, atavici e genera una forma particolare di oblio. Ci si dimentica del caos che ci circonda, ci si dimentica della velocità, dei rumori assordanti e ci si cala in una sorta di dimensione altra… di cosa parlano queste opere? Parlano di un flusso che si fissa, di un buco che si apre per mostrarci l’intangibilità del senza fondo. Parlano di una ritrovata originarietà, di una terra e di una madre riconfigurate in un pezzo di legno che solca non tanto il mare quanto la possibilità di uno spazio (si potrebbe dire che insegua la sua spazialità)….Ancora una volta: canto di ciò che non c’è, ma esiste tra le pieghe e le piaghe. Canto di ciò che non ci è dato a vedere… Distanze e prossimità insieme fuse e confuse … ho parlato di linee e tutte queste opere sono costituite essenzialmente da linee al lavoro: orizzontali (naviganti), verticali (montagne)…ascensione di linee orizzontali (dimore). Un po’ come dire che il verticale (natura ed essenza della levata) si può costituire dalle stratificazioni dell’orizzontale. Senso della levata.” in L’urgenza della levata. Uno sguardo sulle opere di Patrizia Rampazzo. Enzo Campi, 2008
“Le cose del mondo, le macchie sui muri, il legno, le pietre, le crepe…possono trasformarsi in una geologia dei sogni…nelle sue opere riaffiorano come da un naufragio nel mare dei miracoli le forme della natura.” Giorgio Celli.