Come lavoratori affiliati all’ USI/AIT, dell’Emilia-Romagna, vogliamo esprimervi la nostra totale solidarietà.
La crisi economica e finanziaria esplosa a livello mondiale, colpendo prima le borse poi successivamente come un domino tutto il sistema produttivo, ha smascherato il vero volto del sistema attuale e ha mostrato la natura degli imprenditori.
Gli ultimi dati in Italia (ISTAT) danno un forte calo della produzione industriale, attorno al 10 %. Chi sta gestendo l’economia italiana lo sta facendo sulla pelle dei lavoratori per mantenere la propria ricchezza, il vostro è un esempio lampante per anni a vostro discapito avete accettato flessibilità, spostamenti, cambio di stabilimenti, cassa integrazione. Tutt’ad un tratto c’è stata la decisione improvvisa, la liquidazione, che ha messo in apprensione centinaia di lavoratori e le loro famiglie, colpendo anche lavoratori d’altre fabbriche che gravitano attorno alla produzione della vostra ditta. Un danno sociale che avrebbe messo in ginocchio delle comunità, ma lo può essere ancora per quella metà o un terzo di lavoratori che non rientreranno.
Vi vogliamo ricordare la lotta che dura da mesi all’INSE Presse di Milano dove i lavoratori hanno occupato la fabbrica e hanno continuato la produzione contro la chiusura imposta dal proprietario. Non pensate che in questa situazione generale di crisi una scelta così importante possa essere un freno, anzi dovete guardare avanti. Proprio durante la crisi economica del 2001 in Argentina i lavoratori della Zanon Ceramiche (http://www.obrerosdezanon.com.ar/) hanno preso in mano la produzione dello stabilimento e la stanno tuttora portando avanti con degli ottimi risultati; aumento della produzione e dei posti di lavoro, ricerca e ammodernamento, aumento della sicurezza, redistribuzione del fatturato, parte dei guadagni utilizzati nel sociale, le decisioni per la vita della propria fabbrica prese collegialmente. Questo è il loro “Piano Industriale”.
Per far fronte all’attuale crisi mondiale e l’aumento della perdita dei posti di lavoro con la chiusura o il ridimensionamento delle imprese, in Italia stanno aumentando i picchetti e le occupazioni; Origgio, Termini Imerese, Milano, Moncalieri… e nel mondo Stati Uniti, Europa, Nuova Zelanda, Sud America, Cina.
Sono queste le situazioni in qui il proprietario resosi latitante verso i diritti dei lavoratori e delle loro famiglie, i lavoratori stessi devono compiere lo sforzo per non cadere nel vortice della crisi, per tener saldo il tessuto sociale e prendere delle decisioni drastiche. Perché l’azienda è vostra, ogni giorno vi siete impegnati a mandarla avanti nel miglior modo possibile, quindi spetta a voi continuare la produzione.
Questo non è il momento delle indecisioni e delle attese calate dall’alto, ma è quello di prendere il proprio futuro in mano.
Unione Sindacale Italiana/AIT
Emilia-Romagna