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Acimac rilancia: ”Gli investimenti non si fermano”

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Lo scenario economico mondiale lascia intravvedere spiragli positivi, anche per l’industria ceramica: i produttori italiani di macchine per ceramica ritengono che la crisi attuale sia destinata ad essere superata, forse non nel corso di quest’anno, ma molto probabilmente a partire dal 2010.

“La nostra visione non è affatto negativa – conferma Pietro Cassani, presidente di Acimac – e già ora sono presenti elementi che ci inducono a ritenere che l’industria ceramica continuerà il suo percorso di crescita, a livello mondiale. Anche in Italia, peraltro, a fronte di imprese in difficoltà o di singole scelte aziendali, ci sono imprenditori che stanno investendo e che credono nel futuro della piastrella italiana. Un fatto che rafforza e conferma una ritrovata tendenza agli investimenti in nuove tecnologie che cominciamo ad avvertire a livello planetario, anche grazie alle migliorate condizioni macro economiche”.
A indurre ottimismo sono la maggiore liquidità e disponibilità di accesso al credito che riguarda diversi paesi chiave. La fase più acuta della crisi potrebbe dunque essere alle spalle.

“Sarà necessario un po’ di tempo – aggiunge Cassani – anche perché le azioni di rilancio dell’economica che saranno messe in campo dalla nuova amministrazione statunitense necessiteranno di qualche mese per essere definitive e per sortire effetti positivi. Ma dobbiamo avere fiducia, non una fiducia motivata dalla speranza, ma una fiducia basata sulle nostre capacità imprenditoriali e su uno scenario mondiale che è destinato a risvegliarsi. Il settore delle costruzioni riprenderà quota in molti paesi e chi vorrà esserci in quel momento, deve investire ora”.

Una riflessione da condividere in particolare con i produttori italiani di ceramica, per i quali sicuramente ci saranno ancora nuove interessanti possibilità da sondare e quote di mercato da consolidare in giro per il mondo. “L’Italia – conclude Cassani – continua a contare sui migliori fornitori mondiali di tecnologie produttive per ceramica, sui più apprezzati decoratori e creatori di design, sulla più consolidata cultura ceramica industriale, su una ottima capacità di presidio dei mercati, in particolare sull’alto di gamma. Si tratta di fattori competitivi che non possono essere cancellati da un giorno all’altro. Chi non crede nel futuro, crisi o non crisi, è già morto. Nel panorama industriale mondiale il nostro paese ha un buon posizionamento, e nel settore ceramico addirittura ottimo. Da produttori di beni strumentali, sappiamo bene che il futuro poggia sempre sulle ginocchia del presente”.