Amministratori di sistema nel mirino del Garante della privacy che chiede più trasparenza e controllo sul loro operato e fissa in quattro mesi il tempo massimo per metterli in regola. Gli ‘amministratori di sistema’ – si legge in una nota del Garante – sono figure essenziali per la sicurezza delle banche dati e la corretta gestione delle reti telematiche: “sono esperti chiamati a svolgere delicate funzioni che comportano la concreta capacità di accedere a tutti i dati che transitano sulle reti aziendali ed istituzionali. Ad essi viene affidato spesso anche il compito di vigilare sul corretto utilizzo dei sistemi informatici di un’azienda o di una pubblica amministrazione”.
Per questo il Garante per la protezione dei dati personali ha deciso di richiamare l’attenzione di enti, amministrazioni, società private sulla figura professionale dell’amministratore di sistema e ha prescritto l’adozione di specifiche misure tecniche ed organizzative che agevolino la verifica sulla sua attività da parte di chi ha la titolarità delle banche dati e dei sistemi informatici.
“Le ispezioni effettuate in questi anni dall’Autorità hanno permesso di mettere in luce in diversi casi una scarsa consapevolezza da parte di organizzazioni grandi e piccole del ruolo svolto dagli amministratori di sistema. I gravi casi verificatisi negli ultimi anni hanno evidenziato una preoccupante sottovalutazione dei rischi che possono derivare quando l’attività di questi esperti sia svolta senza il necessario controllo” – si legge nella nota.
Le misure e le cautele dovranno essere messe in atto entro quattro mesi da parte di tutte le aziende private e da tutti i soggetti pubblici, compresi gli uffici giudiziari, le forze di polizia, i servizi di sicurezza. Sono esclusi invece i trattamenti di dati, sia in ambito pubblico che privato, effettuati a fini amministrativo contabile, che pongono minori rischi per gli interessati.