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Crisi: Coldiretti, casa, bot e terreni sul podio degli investimenti sicuri

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Gli italiani collocano l’investimento nella casa tra i più sicuri per difendere il propri risparmi con una percentuale del 42 per cento seguito alla distanza dai titoli di stato come i Bot (14 per cento) mentre al terzo posto si posizionano a sorpresa i terreni agricoli (12 per cento). E’ quanto afferma la Coldiretti sulla base di una indagine Swg realizzata per verificare l’impatto della crisi finanziaria sull’economia reale, divulgata in occasione del nuovo record minimo per i rendimenti dei Bot ad un anno.


Dall’indagine Coldiretti/Swg è emerso che i terreni agricoli battono l’oro nella classifica degli investimenti giudicati più sicuri dagli italiani. Alla domanda su quali siano gli investimenti reputati più convenienti, i cittadini – sottolinea Coldiretti – hanno collocato i terreni agricoli (12 per cento) ben davanti all’oro (9 per cento), ai buoni postali (8 per cento), ai conti correnti ( 5 per cento) e alla borsa (4 per cento).

Con la crisi del sistema economico generale, nonostante una redditività agricola abbastanza modesta, la terra è considerato un interessante bene di investimento, al sicuro dalle rischiose fluttuazioni di altri mercati dei capitali. Dopo due anni di stabilità il prezzo della terra – sottolinea la Coldiretti – è tornato a crescere in misura significativa in termini reali secondo una analisi della Coldiretti sulla base di studio dell’Inea sull’andamento del mercato fondiario in Italia. Il valore fondiario medio a livello nazionale ha superato la soglia dei 17.000 euro per ettaro, anche se è il risultato di una forte variabilità riscontrabile a livello territoriale: i terreni del Nord presentano valori medi più che doppi rispetto a quelli del Mezzogiorno e allo stesso modo i terreni di pianura, in media, sono valutati circa tre volte di più di quelli di montagna. Si parte dai mille euro all’ettaro dei pascoli della provincia di Catanzaro con un ettaro di vigneto nelle zone di produzione più celebri, dalla Toscana al Trentino Alto Adige, che può andare da 500mila a oltre un milione di euro ad ettaro.

Bisogna evitare che l’aumento dei prezzi dei terreni sia il risultato – denuncia la Coldiretti – di operazioni speculative di quanti li scelgono come bene rifugio alternativo agli investimenti piu’ tradizionali, facendone schizzare le quotazioni verso l’alto ed ostacolandone quindi l’acquisto da parte degli imprenditori agricoli. “I terreni agricoli sembrano mostrare una tendenza anticiclica rispetto all’andamento dell’economia con il rischio reale che le nuove richieste, favorite dalla ricerca di beni rifugio, faccia schizzare ulteriormente i prezzi verso l’alto” afferma il Presidente della Coldiretti Sergio Marini nel sottolineare che “il terreno è un costo per le imprese agricole che devono crescere per svilupparsi e l’aumento delle quotazioni rischia di trasformarsi in un ulteriore onere che si somma a quello della stretta creditizia”. “Servono misure antispeculative – conclude Marini – per evitare che si alzi l’asticella del principale ostacolo all’ingresso di giovani imprenditori agricoli proprio nel momento in cui cresce l’interesse per la campagna e, con esso, il bisogno di sicurezza alimentare e ambientale da parte della società moderna”.

GLI INVESTIMENTI PIU’ SICURI SECONDO GLI ITALIANI
Tipo investimento – % sul totale risposte
1) Casa 42
2) Titoli di Stato 14
3) Terreni agricoli 12
4) Oro 9

5) Buoni postali 8
6) Conti correnti ad alta remunerazione 5
7) Borsa 4
8) Polizze assicurative 3

9) Opere d’arte 3
– Totale 100

Fonte: Indagine Coldiretti – SWG