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Confindustria Ceramica: le imprese ceramiche non alzano bandiera bianca


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La maggior parte delle imprese ceramiche italiane prosegue nelle azioni volte ad accrescere la propria competitività, quale concreta risposta alle difficoltà. Viviamo crisi difficile e complessa, ma che parimenti è destinata ad essere superata quando il ciclo economico inevitabilmente riprenderà.

“Gli imprenditori ed il settore ceramico italiano credono nelle loro possibilità – afferma Alfonso Panzani, Presidente di Confindustria Ceramica –. In tal senso vanno letti i 320 milioni di euro di investimenti in nuove tecnologie nel corso del 2008 (+6,1% rispetto al 2007), finalizzati a dotare le aziende di tecnologie in grado di innalzare la qualità dei prodotti. I molteplici esempi di decorazione digitale ceramica, presentati a Cersaie 2008, ne sono un tangibile esempio. In questo contesto, essenziali sono anche il coinvolgimento e la motivazione dei nostri dipendenti che affrontano, assieme a noi, la difficile situazione”.

Il preconsuntivo 2008 dell’industria ceramica italiana registra una flessione della produzione del -6,4%, un dato migliore rispetto a molti altri settori industriali nazionali operanti nel comparto dei beni durevoli, ed una previsione 2009 del -4,1%: si tratta di variazioni che delineano una crisi congiunturale della domanda. Ciò che non è accettabile è che scelte aziendali individuali vengano giustificate con catastrofi settoriali. La situazione è difficile, ma la maggior parte delle imprese del settore si stanno attrezzando per guardare con convinzione al futuro.

Il posizionamento relativo dell’industria ceramica italiana appare migliore rispetto a quella di molti concorrenti esteri. In Spagna sono stati spenti 150 forni e la produzione 2009 è attesa ridursi di quasi 60 milioni di metri quadrati; le esportazioni totali cinesi sono calate a novembre 2008 del -9%, il peggior dato dal 2001, mentre recenti studi della Mc Kinsey – citati da organi di stampa nazionali – confermano il crollo degli investimenti diretti esteri in Cina. Tra gli aspetti competitivi su cui può contare l’industria ceramica italiana ci sono valori di marginalità e quozienti di capitalizzazione di bilancio particolarmente significativi; la conferma delle quote di mercato in molti paesi esteri; la leadership nel commercio internazionale in termini di volumi ma soprattutto di valori (40% del totale); i più elevati prezzi medi di vendita che inglobano l’apprezzamento da parte dei clienti della qualità e design italiani.
Anche l’Associazione sta lavorando per fornire propri tangibili contributi, tra cui quello teso a sviluppare efficacia e coerenza degli investimenti in ricerca e sviluppo. Gli organi di Confindustria Ceramica hanno deliberato, unico soggetto privato disposto a mettere in gioco rilevanti risorse economiche, la partecipazione al Tecnopolo ceramico, localizzato nel distretto e dedicato esclusivamente a questo settore: una iniziativa che ha catalizzato unanimi consensi anche presso la Regione Emilia Romagna, le Amministrazione Provinciali ed i Comuni del Distretto.