‘Prodotto da consumarsi solo dopo bollitura’. E’ questa la dicitura che le 1.111 macchine erogatrici di latte crudo sparse in tutta Italia dovranno riportare obbligatoriamente secondo un’ordinanza firmata questa mattina dal sottosegretario alla Salute Francesca Martini.
Il provvedimento, emanato dopo l’allarme scattato nei giorni scorsi per alcuni casi di gravi disturbi renali segnalati in 10 bambini che avevano consumato l’alimento, è stato illustrato oggi in una conferenza stampa alla Camera dalla stessa Martini. “Oltre alla dicitura ‘da bollire’ in rosso e a caratteri di almeno 4 centimetri per consentirne la lettura anche agli anziani – ha spiegato il sottosegretario – le macchine dovranno riportare la data di scadenza del latte crudo, che non può superare i tre giorni dalla data della messa a disposizione al consumatore. Nel caso in cui l’erogatore disponga di un sistema di imbottigliamento, questi contenitori dovranno riportare anch’essi sull’etichetta l’indicazione dell’obbligo di bollitura.
E’ anche vietata la distribuzione ‘al bicchiere’ del latte crudo, che viene spesso effettuata sul luogo di distribuzione senza poter cuocere l’alimento”.
Il provvedimento ministeriale ha inoltre vietato la somministrazione di latte crudo nella ristorazione collettiva (scuole, ospedali) e disposto la sospensione della commercializzazione di questi prodotti attraverso macchine non rispondenti ai requisti indicati.
I
l giro d’affari legato al latte crudo della filiera corta, cioè quello distribuito direttamente dagli allevatori ai consumatori, è di 6 milioni di litri ogni anno, per un totale di sei milioni di euro.
A provocare la sindrome emolitico-uremica, riscontrata in alcuni soggetti, una particolare forma del batterio Escherichia Coli che causa infezioni talmente gravi da “poter richiedere la necessità di dialisi”, ha ricordato Martini. Il microrganismo presente negli animali da latte può trasmettersi all’uomo proprio attraverso la mungitura e il consumo di latte non bollito. “Per evitare problemi – ha ricordato Silvio Borrello, direttore generale della Sicurezza degli alimenti e della nutrizione del ministero del Welfare – basta dunque cuocerlo a 100 gradi per qualche secondo”.
In Italia sono 862 gli allevamenti autorizzati per la produzione di latte crudo e 1.111 le macchine registrate per la distribuzione diretta ai consumatori di questo alimento. Dall’11 giugno 2008 i Carabinieri dei Nas hanno svolto 156 ispezioni su tutto il territorio per verificare la correttezza d’uso degli impianti e la qualità del latte venduto. Cinque campioni sono risultati con una carica batterica superiore ai limiti. Per questo, sono stati sequestrati 8 distributori, 4.575 litri di latte crudo, un’azienda agricola con 315 bovini e 111 suini, 91 capi bovini privi di marchi auricolari e un apparecchio per filtrare il latte. Dieci persone sono state segnalate all’autorità giudiziaria o amministrativa.
Fonte: Adnkronos