Il Teatro Stabile di Calabria presenta – domenica 14 dicembre alle 21.00 presso il Teatro della Rocca di Novellara: ‘Il giuoco delle parti‘ di Luigi Pirandello, regia Egisto Marcucci, Elisabetta Courir con Geppy Gleijeses, Marianella Bargilli, Luciano Virgilio.
Il giuoco delle parti, scritto per Ruggiero Ruggieri nel 1918, è uno dei capolavori di Luigi Pirandello. Se ne ricordano alcune grandi edizioni, ma soprattutto quella del 1965 della Compagnia De Lullo, Falk, Valli, Albani, puntata su una clamorosa ambientazione “novecentista” ispirata ai quadri di Casorati e una memorabile, scandita e tesa prova di Romolo Valli nel ruolo di Leone Gala. Dopo lo straordinario successo di Io, l’erede, di Eduardo, testo di così forte impronta pirandelliana, Geppy Gleijeses, ripartendo dal filtro ironico, lucido e crudele di quell’esperienza affronta questa importante prova, sostenuto da uno dei più importanti registi italiani, bloccato per alcuni anni da un grave incidente ma ora recuperato al grande teatro: Egisto Marcucci. È davvero un evento fausto e atteso al ritorno alle scene di un grande artista, in un panorama nazionale povero di talenti registici. Marcucci firmerà il progetto e la drammaturgia dello spettacolo con una sua collaboratrice abituale, Elisabetta Courir, brava, giovane e già affermata. Nel ruolo di Silia, Marianella Bargilli, una delle migliori giovani attrici italiane e in quella di Guido Venanzi, l’amante, Luciano Virgilio, uno dei migliori attori italiani.
L’azione de Il giuoco delle aprti si svolge “in una città qualunque” nel breve lasso di 36 ore, da una sera ad un mattino. Leone Gala è un marito tradito; ma non dei soliti. Dice di aver “capito il giuoco”: quello della vita e delle sue rapine. Per difendersene s’è fatto “il vuoto dentro” e ora, la sua esistenza scorre placida, inattaccabile da sentimenti e passioni. Ha accettato di ridare piena libertà alla moglie, Silia; se n’è andato di casa, cedendo il posto all’amante, l’amico Guido Venanzi. Tutto questo senza venir meno al rispetto di certe forme imposte dal ruolo di marito. Ma una disponibilità così pronta a ogni suo desiderio esaspera Silia, che è sempre più ossessionata dall’assenza-presenza di Leone. Al punto che, quando le si presenta una fortuita occasione – l’involontaria ma gravissima offesa fattale da un gentiluomo – progetta di mettere a repentaglio la vita del marito, trascinandolo in un duello. Leone, come sempre, accetta. Sarà lui, il marito, secondo le regole, a sfidare il gentiluomo, ottimo tiratore; e l’amico Guido gli farà da padrino. Ma al momento fissato per lo scontro, Leone rivela di non aver alcuna intenzione di scendere sul terreno: la sua parte di marito l’ha fatta, sfidando; quanto a battersi, non tocca a lui ma all’amante. E Guido, costrettovi dalle ferree leggi cavalleresche oltre che dal “giuoco delle parti”, va a battersi e muore.