La medicina del futuro dovra’ cercare nuovi alleati per provare a mettere la parola fine al cancro. E precisamente dovrà arruolare bioinformatici e matematici per studiare al meglio il ruolo e gli effetti della nuova era di farmaci biotecnologici appena iniziata. Parola di Michele Milella, ematologo e oncologo dell’istituto Regina Elena di Roma, a San Francisco per il 50esimo congresso dell’American Society of Hematology (Ash).
Perche’ ”la biologia dei sistemi sara’ un nuovo e proficuo settore per la ricerca medica”. La sfida del futuro però, “ci trova impreparati – ammette Milella – perche’ non solo in Italia, ma anche nel resto d’Europa, e in misura crescente negli Usa, cominciano a scarseggiare le figure dei medici traslazionali. Cioe’ dei camici bianchi che dividono il loro tempo tra il letto del malato e le provette e i microscopi”. “Dovremmo -suggerisce l’oncologo- tornare a formare nuove generazioni di professionisti in grado di muoversi a proprio agio in tutti e due i campi, della clinica e della ricerca. Purtroppo a crisi economico-finanziaria non gioca a nostro favore. I ‘cervelli’ della ricerca non diventano una rarita’ solo in Italia, dove sono sottopagati e male impiegati, ma anche in quello che finora è stato l’Eldorado, cioé gli Usa”. “Negli Stati Uniti -assicura Milella- diventa sempre meno interessante fare il ricercatore rispetto al medico. Proprio per via dei più sicuri guadagni”. Da qui l’appello “alle istituzioni italiane affinché affrontino finalmente, in maniera adeguata, questo aspetto cruciale per gli interessi del Paese”.
Fonte: Adnkronos