Il Consiglio Comunale è stato dedicato quasi interamente a interrogazioni e ordini del giorno. Ha incluso anche la presentazione del nuovo Piano sociale e sanitario regionale.
Al primo punto Luca Caselli di Alleanza Nazionale Pdl, ha interrogato la giunta sui residui inquinanti trovati all’interno del cantiere delle ex Fonderie Ballarini. Un tema già trattato nelle scorse sedute, come ha ricordato lo stesso Caselli, che però ha voluto riportare all’attenzione il caso, da un lato per conoscere lo stato della situazione e le eventuali novità; dall’altro per chiedere conferma della prossima realizzazione in quell’area di un asilo nido e in caso affermativo, per sollecitare l’amministrazione al massimo controllo e all’attenzione su questa eventualità.
Ha risposto l’assessore all’ambiente Giuseppe Megale, ricordando in breve il caso: sono stati rinvenuti rifiuti speciali inerti per circa 6mila metri cubi nell’area. La Provincia ha diffidato il titolare del cantiere chiedendo di presentare idoneo progetto di smaltimento, che è stato in effetti presentato il 10 novembre scorso e ora è al vaglio dei tecnici.
Sulla realizzazione di un asilo nido Megale si è invece detto all’oscuro.
Luca Caselli nella replica ha confermato l’esistenza di un progetto di questo tipo all’Ufficio tecnico comunale e chiesto quindi massimo rigore e attenzione sull’eventualità. Per quanto riguarda l’oggetto dell’interrogazione si è dichiarato soddisfatto, pur riservandosi di tornare sull’argomento in presenza di ulteriori sviluppi.
Al secondo punto il consigliere del Pd Massimiliano Righi ha presentato un’interrogazione per la valorizzazione del Palazzo Ducale di Sassuolo.
Una fortuna che abbiamo in città, ha detto, e che avrebbe bisogno di ulteriore rilancio. Attualmente lo giudico sottoutilizzato, mentre potrebbe essere un importante polo culturale non solo per Sassuolo. Si era parlato a inizio legislatura di possibili progetti per il rilancio della reggia estense ma poi il dibattito si è fermato, per tornare invece di attualità in questi ultimi tempi. Chiedo quindi di conoscere l’esistenza di eventuali piani per la valorizzazione di questo patrimonio storico.
Ha risposto l’assessore alla cultura Stefano Cardillo, concordando pienamente con Righi sul valore del palazzo e anche sull’esistenza di ampi margini di miglioramento nel suo utilizzo e nella valorizzazione.
Un risultato importante, ha detto Cardillo, l’abbiamo già ottenuto, aprendo questa sede prestigiosa a diverse associazioni culturali della nostra città: ricordo due delle più importanti, la banda La Beneficenza e la Corale Puccini, che hanno tenuto concerti in questa sede durante il 2008. Progetti per un utilizzo quotidiano, ha spiegato Cardillo, sono stati formulati e il più importante riguardava un possibile trasferimento della Biblioteca comunale all’interno del palazzo. L’ipotesi, ha spiegato l’assessore, è stata presentata a vari Sovrintendenti ai beni storici e architettonici che si sono succeduti in questi anni. Il Sovrintendente attuale, Scalini ha però illustrato invece l’ipotesi di un progetto di parziale trasferimento nella reggia sassolese del patrimonio artistico che si trova alla Galleria estense e la collocazione qui di un Centro studi di alta formazione sulle collezioni estensi, piano evidentemente incompatibile con l’idea di una biblioteca.
Massimiliano Righi si è dichiarato soddisfatto della risposta e ha specificato di non essere interessato in particolare all’attività che si svolgerà al Palazzo Ducale, quanto all’effettiva rivitalizzazione del monumento, in qualunque forma venga decisa.
Dopo il rinvio di alcune interrogazioni per la forzata assenza del sindaco Pattuzzi che sarebbe stato deputato alla risposta, si è passati al punto numero 6, interrogazione di Gabriele Giovanardi del Gruppo Misto riguardante l’assenza di segnaletica verticale in via Staffette partigiane, in corrispondenza di un passaggio pedonale e in prossimità di una curva.
Mi sono recato personalmente a controllare, ha spiegato Giovanardi, in seguito ad alcune segnalazioni ed effettivamente si avverte l’assenza di un segnale apposito e di una maggiore messa in sicurezza di questo attraversamento pedonale. Segnalazioni sono state indirizzate anche all’Ufficio relazioni col pubblico e quindi il caso è già a conoscenza dell’amministrazione. Chiedo perciò se e quando si intenda provvedere alla sistemazione di questo passaggio.
Ha risposto l’assessore ai lavori pubblici Sandro Morini riconoscendo che manca il segnale verticale e informando che alla sua ultima verifica di questa settimana, non era ancora avvenuta l’installazione richiesta. Morini ha poi allargato il discorso alle richieste di maggiore sicurezza di questo tratto di strada, informando che per esempio, la domanda di realizzazione di attraversamenti pedonali rialzati, va a configgere con il passaggio del Trasporto pubblico che sui suoi percorsi richiede di non realizzare attraversamenti di questo tipo. L’installazione di dossi limitatori invece non trova d’accordo tutti gli interessati.
Gabriele Giovanardi si è dichiarato non soddisfatto della risposta avuta, dovendo constatare che il segnale verticale richiesto manca ancora e ha ribadito la sua attenzione per questo problema e la sua intenzione di verificare nuovamente la soluzione del problema nei prossimi giorni.
L’interrogazione successiva, al punto 7, era ad opera di Gian Francesco Menani della Lega Nord e chiedeva conto dei risarcimenti danni richiesti dai residenti di Pontenuovo, in seguito ai due allagamenti del giugno scorso. Fra le motivazioni dell’accaduto, ha spiegato Menani, ci sono anche le caditoie occluse e quindi probabili inefficienze di chi è chiamato a gestirle. Menani ha evidenziato di avere trovato le caditoie piene anche nei giorni scorsi. Inoltre ha chiesto conto degli interventi promessi dall’assessore Morini per sistemare il sistema di scarico delle acque in modo da evitare casi simili in futuro.
L’assessore, ha ricordato Menani, si era impegnato a realizzare gli interventi necessari entro l’autunno 2008, chiedo quindi se siano stati approntati o a che punto siamo.
L’assessore Morini ha risposto facendo il quadro degli interventi post-alluvioni, messi in campo dalla regione per quanto riguarda la zona di San Michele e in particolare il torrente Vallurbana e il Rio Ardinale, messi in sicurezza con efficacia dimostrata dalla tenuta in questi ultimi giorni di forti precipitazioni; per quanto riguarda Pontenuovo invece, ha spiegato Morini, la situazione è più complessa ed è di competenza del Comune, in accordo con Hera e Consorzio di bonifica Parmigiana Moglia Secchia. Ci sono errori di gestione del territorio delle passate amministrazioni, che hanno portato in pratica al intubare un rio, il Rio San Marco, creando una situazione che diventa insostenibile quando le quantità di acqua aumentano. Basta poca pioggia, ha spiegato Morini, perché le caditoie si otturino e abbiamo potuto osservarlo in questi giorni di manutenzioni ripetute e straordinarie.
Per quanto riguarda la soluzione del problema, Morini ha spiegato che l’amministrazione è alla ricerca dell’accordo con Hera e con il Consorzio di Bonifica per un raddoppio della portata del Rio san Marco, con possibilità di conferimento delle acque all’interno del canale di Modena. L’accordo finale è stato trovato in questi giorni e include anche la realizzazione di uno scolmatore più a valle che servirà a diminuire la portata dell’acqua. Al di là della soluzione però, ha ribadito Morini, il problema riguarda proprio la gestione urbanistica di questa fascia collinare, su cui sarà necessario interrogarsi in futuro.
Infine i risarcimenti: l’assessore ha quantificato in circa 50 le famiglie di Pontenuovo e San Michele che hanno fatto richiesta a compensazione dei danni subiti quest’estate, per una cifra approssimativamente intorno ai 150mila euro. Anche in queato caso stiamo lavorando di concerto con la Regione (per San Michele) e con Hera (per Pontenuovo) per evitare ricorsi assicurativi che dalle prime analisi sembrano destinati a non andare a buon fine per i residenti. Con una forma diversa di contributo crediamo di poter arrivare a rifondere almeno il 50 per cento della cifra richiesta dalle singole famiglie. Il dialogo per quanto riguarda questo aspetto è molto difficile e laborioso, ma alcuni incontri sono stati fatti e in gennaio speriamo di avere un quadro completo della situazione.
Il consigliere Menani si è dichiarato insoddisfatto della risposta: vedo, ha detto, che dove l’intervento era di competenza della Regione il risultato è già stato raggiunto, mentre dove spetta al Comune e ad Hera le cose non sono cambiate. Mi fa dubitare ancora una volta della scelta di questa azienda di servizi. Riconosco la complessità dell’intervento a Pontenuovo, ma era stato promesso in autunno, c’è da rimboccarsi le maniche. Al prossimo evento atmosferico disastroso proporrò ai residenti di costituirsi in associazione e fare causa al Comune e ad Hera.
Esaurita la fase delle interrogazioni è toccato al vicesindaco e assessore alle politiche sociali Susanna Bonettini presentare al consiglio comunale il nuovo Piano sociale e sanitario regionale, lo strumento con cui la Regione indica le linee guida mediante le quali si dovranno costruire i piani distrettuali a livello dei singoli territori.
Il Piano tiene conto ovviamente delle evoluzioni della società e quindi nella programmazione 2008/2010 il Piano ha considerato l’aumento della popolazione anziana e in particolare di quella non autosufficiente, l’aumento della popolazione straniera, delle famiglie monoparentali e “corte”, che significano anche maggiori problemi relativi alla solitudine e mancanza di assistenza. Inoltre l’alto tasso di occupazione femminile della nostra regione, se da un lato ha sicuramente aspetti positivi, dall’altro pone nuove problematiche sulla conciliazione degli orari di lavoro con quelli della vita quotidiana e sul tema della cura dei figli e degli anziani.
Ci sono problemi emergenti e complessi, ha spiegato Susanna Bonettini, che rischiano di restare confinati nell’ambito famigliare, mentre la tenuta del sistema può venire solo da un’efficiente rete di relazioni sociali. In questo senso va detto che la nostra regione è ricca ma poco coesa, c’è ancora un benessere diffuso ma aumentano le diseguaglianze, la vulnerabilità dei singoli, i rischi di esclusione.
La parola chiave del Piano sociale e sanitario in questo contesto è integrazione, e riguarda tutte le politiche territoriali che sono evidentemente e direttamente coinvolte nei problemi del disagio e dei bisogni delle persone e delle famiglie.
E’ necessario potenziare l’integrazione fra l’ambito sociale e quello sanitario. Il governo del sistema avviene su tre livelli: quello regionale detta gli indirizzi, quello provinciale coordina e fissa i criteri di ripartizione dei fondi regionali, quello distrettuale effettua realmente la programmazione degli interventi.
A Sassuolo funziona dall’inizio del 2008 l’Ufficio Comune, che è lo strumento gestionale per effettuare questa programmazione, a supporto del Comitato di distretto formato dai sindaci degli otto Comuni coinvolti.
Finanziamenti arrivano dal Fondo per le politiche sociali nazionale, regionale e dai Comuni stessi.
Col Fondo regionale della non autosufficienza è stato possibile potenziare progetti, soprattutto riguardanti l’assistenza domiciliare, con più ore e più fasce orarie coperte, fino ad arrivare ormai a garantire assistenza sulle 24 ore.
Presso l’ospedale di Sassuolo si è attivato un nuovo servizio con un’assistente sociale in appoggio alle famiglie per le dimissioni protette. Un malato che viene dimesso ma ha ancora bisogno di interventi e assistenza a domicilio in passato impegnava la famiglia in diverse richieste e presso diverse sedi. Ora invece sarà l’Ufficio Comune nella sede ospedaliera stessa a proporsi alla famiglia.
Un’altra novità già in programma: presso i Centri per l’impiego verrà collocata un’altra figura di assistente sociale che concilierà le domande di assistenti famigliari con le richieste di lavoro in questo ambito.
Sul punto ha preso la parola Mario Cardone del Gruppo Misto. Quella di stasera, ha detto, più che una proposta di discussione è una cortese informazione al consiglio di un Piano che è già stato presentato anche in una precedente serata. Ringrazio l’assessore per l’esposizione ma segnalo il mancato coinvolgimento dei consigli comunali, cioè dell’organo elettivo del Comune, nella programmazione. Riconosco anche all’assessore Bonettini una positiva gestione della parte sociale, mentre continuo e ritenere che lasci a desiderare la parte sanitaria. Mi sarei aspettato anche in questo ambito un resoconto di quel che è stato fatto e di cosa non ha funzionato. Della gestione privata dell’ospedale non si fa cenno nonostante le notizie di questi giorni che informano dell’intenzione del socio privato di uscire dalla compagine e di vendere le sue quote.
Luca Caselli di Alleanza Nazionale Pdl ha sottoscritto le parole di Cardone. L’ospedale è il primo problema di cui dobbiamo occuparci. Ci sono diversi aspetti oscuri anche sulla gestione del personale, ma soprattutto c’è la ventilata vendita della quota privata che dovrebbe coinvolgerci. Mi aspetto che vengano convocati i soci e che il consiglio venga adeguatamente informato.
Anche Gian Francesco Menani ha puntato la sua attenzione sull’ospedale. Continua a sussistere, ha detto, un problema al Pronto soccorso e non viene risolto. La gestione privata ha probabilmente una sua parte in questo aspetto. Ma soprattutto è da considerare negativamente che il consiglio comunale sia tenuto all’oscuro di queste manovre di vendita di quote.
Raffaele Lettieri del Pd ha invece sottolineato come la mancanza di critiche sulla parte sociale del piano valga come un riconoscimento al buon lavoro fatto dall’assessorato che se ne occupa. Va sottolineato, ha detto, questo sistema che dalla regione agli enti di dimensione locale si è organizzato per fare fronte alle emergenze di questa società e che innalza la sua attenzione verso la famiglia e la domiciliarità. Se si vuole puntare l’attenzione solo sull’ospedale va anche ricordato che senza l’intervento privato la costruzione sarebbe stata molto più difficile, mentre sono d’accordo sull’aspetto della mancata informazione e auspico che si ponga rimedio.
Rocco Capuozzo del Partito Comunista dei lavoratori ha ricordato la lunga battaglia partita ancora da Rifondazione Comunista contro la privatizzazione dell’ospedale. E’ in atto e oggi lo si vede ancora meglio, ha detto, un processo speculativo anche su questo come su altri servizi essenziali.
Susanna Bonettini in replica ha sottolineato come l’ospedale sia solo una parte seppure importante, di un Piano Sociale e Sanitario che include moltissime voci di rilievo. Se la parte sociale è di competenza comunale, ha spiegato, molto meno lo è quella sanitaria e in particolare l’ospedale. Si è detta comunque disponibile a un momento informativo sulla situazione societaria e sulle possibili modificazioni.
Un’altra inversione dei punti all’ordine del giorno, su richiesta del consigliere Claudia Severi, con decisione di rinviare un punto riguardante il regolamento comunale, ha portato alla discussione di due ordini del giorno dedicati alla crisi economica, che sono stati presentati contestualmente.
Il primo ad opera di Mario Cardone per il Gruppo Misto, riprendeva un testo già presentato in una precedente seduta con urgenza e rinviato, e anche un successivo documento di intenti sottoscritto invece da numerosi consiglieri di ogni schieramento nell’ultima seduta precedente a questa. Il tema era quello della crisi economica che colpisce le aziende a livello nazionale e soprattutto nel comprensorio, ma riguardava soprattutto la richiesta al governo e alle istituzioni di attenzione sul tema degli studi di settore, parametri basati su statistiche che prendono in esame le spese aziendali e che in una situazione di crisi rischiano di risultare lontani dalla realtà di molte aziende, producendo un’autentica ingiustizia fiscale. Mario Cardone ha ricordato come in passato siano state ammesse temporanee sospensioni degli studi di settore per esempio durante la crisi del tessile; ma come sia sufficiente la ristrutturazione di una piazza, come avvenuto per piazza Garibaldi a Sassuolo, per ammettere la momentanea sospensione degli studi di settore.
Nei giorni scorsi il documento firmato dai consiglieri comunali su questo argomento, ha riferito Cardone, ha già ricevuto l’apprezzamento di tante associazioni imprenditoriali.
Cardone ha fatto un inciso anche all’indirizzo del firmatario dell’altro ordine del giorno Nicola Caserta, che puntava l’attenzione soprattutto sull’evasione fiscale. Bisogna sapere di cosa si parla, ha detto, perché in territori come il nostro le tasse si pagano, e tante, ed è scorretto parlare in modo così generalizzato di evasione rispetto a una situazione tanto delicata.
Prima degli interventi dei consiglieri anche Nicola Caserta del Gruppo Misto ha presentato la sua proposta di ordine del giorno: c’è una storica preoccupazione nazionale sull’evasione fiscale, da molto tempo considerata un male nazionale assoluto. Ci sono vari eclatanti esempi di evasione da parte di imprese che hanno danneggiato piccoli risparmiatori e contribuenti. Per l’Italia l’evasione è un fatto culturale di cui si parla ormai alla luce del sole anche al bar.
Non punto il dito contro ogni impresa e professionista, dico che vanno potenziati gli aiuti a chi con certezza paga le tasse, chi investe su lavoro regolare e innovazione e vanno invece inasprite le misure e gli stessi studi di settore nei confronti delle imprese di cui si accerti l’evasione fiscale. In questi caso credo che vadano sospesi incentivi e aiuti di ogni genere che ci voglia un’operazione anche culturale che porti a non considerare l’evasione fiscale come strutturale.
Massimo Benedetti dei Popolari Liberali ha manifestato condivisione per l’odg di Cardone, confermando l’oggettiva difficoltà di tante piccole imprese locali. Ci sono costi maggiori, utili in evidente calo, gli studi di settore in questo quadro finiscono a volte per far pagare a un’azienda su redditi ben superiori a quelli reali, un’ingiustizia forte. Vorrei che comunque non si puntasse sempre il dito soltanto sulla crisi e sulle difficoltà, vorrei che anche dal consiglio comunale uscissero messaggi forti e di speranza, che è un’importante motore per l’economia.
Sull’odg di Caserta invece Benedetti ha parlato di banalità, di dati non confermati e di fonte ignota.
Raffaele Lettieri del Pd ha dichiarato che anche per il suo gruppo il ragionamento porta a condividere le ragioni espresse nell’odg di Mario Cardone. Vista la firma già apposta da diversi consiglieri sul documento della precedente seduta, che includeva anche altri aspetti, tra cui un rilancio dei consumi, Lettieri ha proposto un maxi emendamento con sostituzione dell’odg appena presentato con il testo del precedente documento.
Sull’odg di Caserta anche Lettieri, pur condividendo le preoccupazioni per i lavoratori in difficoltà, che subiscono cassa integrazione e ammortizzatori sociali o semplicemente perdita dell’impiego, ha dichiarato di non poter però condividere i contenuti e il modo in cui sono stati proposti.
Gabriele Giovanardi del Gruppo Misto, che insieme a Cardone ha presentato nei giorni scorsi la richiesta di un consiglio comunale aperto sui temi economici, ha ricordato il carattere di urgenza proposto da Cardone per questo odg già due sedute fa e sottolineato quanto sarebbe stato importante sottoscriverlo allora. La crisi c’è, ha detto, ed è un lungo percorso di cui non vediamo la durata e l’uscita. Questo documento è un segnale che la politica è vicina alle difficoltà delle nostre aziende.
Fabrizio Tincani di Uniti per Sassuolo La Margherita ha dichiarato imbarazzo nella lettura dell’odg di Caserta, nel quale ha dichiarato di individuare cattiveria ideologica, soprattutto per l’inclusione fra i presunti evasori di solo alcune categorie di imprese e professionisti. Tincani ha fortemente stigmatizzato il carattere provocatorio delle parole di Caserta e l’uso dei termini scelti, dichiarandosi invece vicino a quanto espresso nel documento di Cardone.
Sandro Morini, assessore ai lavori pubblici, ha preso la parola per un commento sulla materia, dichiarando di sentire comunque vicinanza a quanto espresso anche da Caserta. C’è un problema economico mondiale, ancora tutto da approfondire e nessuno riesce ancora a fornire dati certi, nemmeno sulle casse integrazioni in atto. Ma un paio di certezze le abbiamo e riguardano due provvedimenti demagogici e sbagliati del governo, il salvataggio onerosissimo di Alitalia e l’abolizione dell’Ici sulla prima casa , che hanno bruciato un punto di Pil. In quelle risorse si sarebbero probabilmente trovati i fondi per rilanciare l’economia, per aiutare le imprese e i lavoratori in difficoltà. Le imprese, sentite anche in convegni di questi giorni, chiedono piccoli impegni, aiuti immediati, cose che sarebbe stato possibile fare. Comunque il tema è fondamentale e merita una seduta di consiglio comunale aperto con il coinvolgimento di rappresentanti delle imprese e di ogni altro attore coinvolto nell’economia del distretto.
Annalisa Sibani del Pd ha sottolineato come i due ordini del giorno evidenzino, uno in modo più competente, l’altro più ingenuamente, una sincera preoccupazione per una situazione difficile. Ha sottolineato la necessità di dare segnali dalla politica alle imprese, di sostegno soprattutto per chi si impegna ad andare avanti, a innovare e a rilanciare. Dobbiamo essere vicini a chi con idee nuove potrà portarci fuori da questa crisi. Questo periodo di sosta forzata delle imprese dovrebbe fare da preludio a una fase in cui si ripartirà con qualcosa di innovativo.
Corrado Scalabrini, Democrazia è libertà La Margherita, ha sottolineato le tante assenze in consiglio nonostante il tema importante. Ci stiamo interrogando sul futuro del distretto, ha detto, e ci troviamo in una situazione per noi nuova perché abbiamo sempre fatto da soli e non siamo abituati a chiedere sostegno né assistenza. Come politica dobbiamo porci il problema su cosa è giusto puntare per il futuro.
Angioletto Usai dei Comunisti Italiani ha sottolineato l’errore di Nicola Caserta nel presentare come in altri casi ordini del giorno a rimorchio di documenti di altri, un sistema che facilmente porta allo sconto e che finisce per distogliere l’attenzione da problemi reali e gravosi come quello che vivono tanti lavoratori in questo periodo. Anche Usai si è dichiarato in sintonia col documento di Mario Cardone.
Mario Vecchi ha a sua volta amichevolmente rimproverato Caserta per aver involontariamente banalizzato un tema tanto importante con un’impostazione errata del suo odg. Ha invece sottolineato di aver sottoscritto fra i primi il documento già presentato nella seduta precedente da Cardone e di condividere anche l’odg in discussione.
Giuseppe Megale, assessore all’ambiente, ha speso parole in difesa di Nicola Caserta e del suo modo, ingenuo ma sincero, di esprimersi e di portare avanti con coerenza le sue idee.
A questo punto della seduta è stata formalizzata la volontà di sostituire l’odg in presentazione con il documento già firmato da molti, giudicato più completo anche nei riferimenti ai fondi di provenienza europea, alla necessità di rilancio dei consumi e di attenzione all’aspetto sociale.
Ugo Liberi di Forza Italia Pdl ha manifestato perplessità su questa scelta, individuando nel precedente documento alcuni punti di velata critica al governo nazionale che ha dichiarato di non condividere. Liberi ha anche voluto lanciare un appello, in un momento della seduta che si era fatto di forte contrapposizione, a superare in questa fase barriere ideologiche e muri, per unirsi nell’unico slogan che deve mettere tutti d’accordo: produrre. La strada per un rilancio deve passare per un segnale forte anche della politica, che deve abbandonare questa stagione di attacchi reciproci e strumentali.
Claudio Lodesani del Pd ha a questo punti invitato Caserta a ritirare il suo ordine del giorno, proponendo eventualmente di includere nel documento di Cardone un riferimento alla lotta all’evasione fiscale.
Subito dopo Rocco Capuozzo del partito Comunista dei lavoratori ha invece invitato Caserta a non recedere, sottolineando la sua vicinanza a quanto espresso. Ha avanzato anche la proposta di piccole scelte politiche concrete da attuare da subito e localmente: sospensione dell’addizionale Irpef per i cassintegrati; integrazione dei compensi ai lavoratori soggetti ad ammortizzatori sociali in programmi di lavori socialmente utili, con temporanea sospensione di convenzioni e appalti in corso.
Il consiglio si è quindi confrontato sull’opportunità di emendare totalmente l’odg sostituendolo con il documento già firmato nella seduta precedente da numerosi consiglieri. Ci sono state diverse prese di posizione e difficoltà tecniche e regolamentari da superare a questo punto. Al momento di procedere alla votazione del documento emendato però la conta del numero legale, dopo l’uscita dall’aula dichiarata da Rocco Capuozzo del Partito Comunista dei lavoratori, ha dato esito negativo e la seduta è stata chiusa senza possibilità di votazione.