Nella Rocca di Scandiano una serata di segreti, arcani e profezie da svelare. Giuseppe Anceschi presenta una singolare opera attribuita al Boiardo, due cartomanti leggono e svelano i significati dei tarocchi e gli attori del MaMiMò guidano il pubblico in una Discesa agli inferi.
Venerdì 5 dicembre Re balsamico recupera la giornata di venerdì 28 novembre annullata a causa della forte nevicata. I venti del mistero, richiamati nel sottotitolo della manifestazione, soffieranno nella direzione di Scandiano e sprigioneranno, sui territori originariamente abitati dal Boiardo, un alone di magia. Il Comune di Scandiano collabora insieme al Comune di Albinea, Musei Civici di Reggio Emilia e Libreria all’Arco, alla realizzazione dell’intera iniziativa promossa dalla Camera di Commercio di Reggio Emilia, Provincia di Reggio Emilia, Comune di Reggio Emilia, Consorzio fra Produttori di Aceto Balsamico Tradizionale di Reggio Emilia.
Alle ore 19 nella suggestiva Rocca del Boiardo l’assessore alla Cultura del Comune di Scandiano, Nadia Lusetti, presenterà il curioso programma della giornata scandianese di Re Balsamico: un pellegrinaggio attraverso la letteratura, l’arte dei tarocchi e la riscoperta dei più oscuri angoli della nobile residenza.
La prima guida della serata sarà Giuseppe Anceschi, uomo di cultura, studioso, scrittore, collaboratore, membro del comitato scientifico della rivista “Il Ponte” e segretario del Centro Studi “Matteo Maria Boiardo” sorto nel 2000, presso l’Assessorato alla cultura del comune di Scandiano, con l’obiettivo di promuovere e favorire gli studi su Matteo Maria Boiardo e la cultura del suo tempo attraverso convegni, mostre, pubblicazioni, in collaborazione con studiosi di diverse esperienze e luoghi d’origine.
Matteo Maria Boiardo, nato a Scandiano nel 1440 è conosciuto per la sua opera più famosa, L’Orlando innamorato, il poema epico-cavalleresco rimasto incompiuto. Anceschi, in questa occasione, ci presenterà I Tarocchi o Capitoli del Giuoco dei Tarocchi, un’opera giovanile del Boiardo, scritta presumibilmente attorno al 1465, composta di due sonetti, uno di apertura e un secondo di chiusura, e di settantotto terzine poste assieme ai due sonetti a illustrazione e commento di un mazzo per l’appunto di 80 carte. Le carte sono divise in cinque serie: quattro riguardano i segni già tradizionali (bastoni, coppe, denari e spade qui indicate coi nomi di dardi, vasi, occhi e flagelli che rimandano a quattro “passioni”, rispettivamente amore, speranza, gelosia e timore), e vanno da uno a dieci cui si aggiungono quattro carte figurali (fante, cavallo, re e regina), per un totale di 58 carte; una quinta serie è composta di altre 21 carte figurali contenenti i Trionfi e una ventiduesima costituita dal Matto. Le 58 carte precedenti con queste 22 fanno giusto 80 carte complessive. L’opera testimonia come I Tarocchi o Trionfi fossero di gran voga nelle corti rinascimentali; un gioco e una passione che è giunta fino ai giorni nostri e che continua ad incuriosire.
Seguirà la Lettura dei tarocchi. Un mazzo di tarocchi, la cartomante, le profezie. Un “gioco” in compagnia di Federica Soncini e Annamaria Raineri che sveleranno alcuni segreti legati alla lettura delle misteriose carte. “Al termine stesso Tarocco sono state attribuite le più svariate interpretazioni – spiega Federica Soncini – ma forse l’interpretazione che più si addice è quella data dallo studioso Gobelin. Tarot deriverebbe dall’unione di “tar”, che significa via-strada, e “ro” o “rog” sinonimi di re o reale, indicando così il significato di “strada reale della vita”. Questa definizione credo esprima bene il senso ultimo e il desiderio di chi si avvicina alla lettura dei tarocchi, di poter individuare in un sistema simbolico un percorso di verità”.
Infine una particolare visita guidata negli ambienti della Rocca in compagnia degli attori del Centro Teatrale MaMiMò. La discesa agli inferi sarà animata dagli abitanti e dagli ospiti più illustri che hanno vissuto o visitato gli ambienti più reconditi del castello, come i sotterranei e le segrete. Verranno così evocate glorie, misteri e nefandezze.
La Rocca dei Boiardo era in origine un castello voluto dai Da Fogliano (sec. XIII) e aveva essenzialmente funzioni di difesa militare. Con l’avvento della famiglia Boiardo al governo del paese (1423) l’antico fortilizio cominciò a trasformarsi in dimora signorile. I Thiene succeduti ai Boiardo nel 1565, continuarono l’opera d’abbellimento della Rocca; infine nei secoli XVII e XVIII i Bentivoglio prima e i Duchi d’Este poi, la trasformarono in palazzo monumentale. Pagine significative della storia di Scandiano si sono svolte al suo interno. In una stanza del primo piano nacque il poeta Matteo Maria Boiardo. Nei sotterranei era solito compiere i suoi esperimenti il grande scienziato Lazzaro Spallanzani. Alloggiarono nel castello il poeta Francesco Petrarca, il riformatore Giovanni Calvino e Papa Paolo III. Alla fine dell’ottocento la residenza fu venduta allo Stato che la destinò a sede dell’Accademia Militare di Modena, attualmente è in concessione al Comune di Scandiano.
Informazioni tel. 0522 508908 mattina ( 8.30 – 12.30) e 0522 922111 Georgia Secchi pomeriggio – Re Balsamico.