Angela Sormani era nota in città in particolare per la sua attività di restauratrice che vantava un curriculum significativo: negli anni cinquanta era infatti attiva presso la Galleria Estense di Modena e presso la Pinacoteca Nazionale di Bologna, aveva eseguito importanti restauri in occasione delle mostre di Guido Reni, dei Carracci e del Seicento emiliano allestite presso l’Archiginnasio di Bologna, aveva partecipato al restauro delle tele emiliane per l’apertura del Museo di Capodimonte a Napoli e seguito il restauro del ciclo completo di Marcantonio Franceschini nel convento di clausura del Corpus Domini a Bologna.
Meno nota la sua abilità nel disegno e nelle tecniche incisorie, esercitate per lo più in ricorrenze legate al suo giro di frequentazioni e amicizie o, in modo più segreto, per la libera espressione della sua sensibilità artistica.
Le quaranta opere donate ai Musei civici – 18 incisioni e 22 fra disegni e tecniche miste – consentono di scoprire il suo talento, documentato non solo in piacevoli vedute di città o raffinate selezioni di particolari decorativi ma, in modo più autentico, anche in opere di forte impatto emotivo, dove la sua perizia tecnica viene abbandonata in nome di una più forte urgenza espressiva.
Le opere entrate a far parte delle collezioni museali cittadine saranno presto oggetto di iniziative di valorizzazione utili a farle conoscere al più largo pubblico.