L’ASL informa che dai campionamenti effettuati nei plessi scolastici “l’acqua è risultata conforme”. Ma i cittadini non ne fanno una questione di acqua potabile; sono già certi che i valori previsti dalla normativa sono rispettati. Tuttavia se un’automobile ha il limitatore a 5000 giri non significa che tenendo sempre il motore a 4900 ne assicureremo la lunga durata.
I limiti imposti dalla legge sono un compromesso tra le esigenze di tutela della salute, le tecniche di misura analitiche e la situazione realisticamente ottenibile nella maggioranza dei casi; si evolve lentamente, per atti successivi, seguendo, a volte con grande ritardo, quelli che sono i risultati delle ricerche scientifiche e degli studi epidemiologici. E questi studi additano i nitrati come componenti indesiderabili e potenzialmente pericolosi, così come classificano senza ombra di dubbio cancerogeni quei solventi clorurati rilevati ai rubinetti delle nostre scuole e ubiquitariamente nelle nostre falde.
Qui si tratta di stabilire quale acqua dare ai bambini e quali sono i criteri che l’Amministrazione comunale adotta per questa scelta. Sono criteri di massima responsabilità, cautela e sicurezza?
I bambini non sono il futuro e quindi la parte più preziosa, importante e, allo stesso tempo, vulnerabile della nostra società? Vogliamo somministrare loro quotidianamente quell’acqua che la stessa ARPA di Modena boccia senza pietà catalogandola come di qualità scadente?