Più di 1400 convogli sotto esame in 9 città italiane. I risultati: più di un terzo dei treni (37%) ritarda oltre 5 minuti; Bologna è al quinto
posto, dopo Palermo, Napoli, Milano, Roma.
Più di 3 volte su 10 i treni pendolari si fanno attendere più di 5 minuti. È quanto emerge dai risultati di un’indagine di Legambiente su
oltre 1400 treni “pendolari” in arrivo nelle stazioni di Milano, Torino, Verona, Genova, Bologna, Roma, Napoli, Bari e Palermo.
Dall’11 al 14 novembre, nella fascia oraria 7:00-10.00, i volontari di Legambiente hanno controllato gli arrivi in stazione nell’ambito di “Pendolaria”, la campagna che punta i riflettori sui problemi di chi viaggia in treno e sulla necessità di un rilancio del trasporto ferroviario locale.
I dati sono stati rilevati prendendo come orario d’arrivo l’effettiva discesa del passeggero dal treno, diversamente da quanto previsto dal
criterio applicato in tutta Europa per cui è l’orario d’arrivo del treno sul marciapiede quello che conta. Il rilevamento però, coerentemente con
criteri condivisi dal Gruppo Ferrovie dello Stato con le Associazioni dei Consumatori nell’ambito di un apposito tavolo di confronto sulla puntualità, ha preso in considerazione solo i ritardi superiori ai 5 minuti.
Ebbene dei 1438 treni monitorati 534 sono arrivati con oltre 5 minuti di ritardo. Primato negativo a Palermo con il 48% dei convogli
fuori orario seguita da Napoli (47%), Milano (43%), Roma (42%) e Bologna (36,9%); nel fanalino di coda si posizionano Genova (36,33 %), Verona (33,33%), Torino (29,03%) ed infine Bari (12,6%).
Guardando in particolare i risultati di Bologna, su 168 treni monitorati nei quattro giorni di Pendolaria, solo 36 sono stati quelli arrivati in
orario presso la stazione (21,43%), 69 i convogli che hanno accumulato un ritardo massimo di 5 minuti (41,07%), 62 quelli che hanno superato i
5 minuti di ritardo (36,9%) ed infine 1 (il regionale da Ravenna) che non ha mai raggiunto la stazione, perché soppresso!
Il totale del ritardo accumulato dai 69 treni arrivati oltre 5 minuti dopo l’orario previsto è di 1061 minuti, per una media di 17,11 minuti
di ritardo a convoglio.
“Gli inquietanti risultati di questa indagine – spiega Luigi Rambelli, presidente di Legambiente Emilia-Romagna – non vanno purtroppo limitati
alle 9 città monitorate. Essi indicano infatti un problema costante e diffuso nell’intera rete ferroviaria nazionale e causato soprattutto
dalla scarsità dei treni nelle fasce orarie di maggior affluenza ed anche dal cattivo utilizzo dei convogli stessi: si pensi ad esempio che
molti treni che potrebbero raggiungere i 140 chilometri orari, come i Vivalto, viaggiano invece ad una velocità non superiore ai 50-60 Km
all’ora. La soluzione: potenziare il trasporto ferroviario aumentando il numero di convogli (specialmente quelli regionali, i più affollati
perché i più utilizzati dai lavoratori pendolari). Chiediamo quindi che venga finanziato il progetto per l’acquisto dei 1000 nuovi treni, auspicando l’aiuto delle istituzioni nazionali e locali. Più treni
significa meno automobili, quindi meno CO2 immessa nell’atmosfera”.
Per sollecitare l’azione, Legambiente invita tutti a firmare l’appello on-line: 1000 treni per i pendolari su Legambiente.