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La zonazione viticola della provincia di Modena

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“La zonazione viticola della provincia di Modena”. E’ il titolo del convegno che si terrà giovedì 27 novembre, alle 14, 30, al castello di Levizzano a Castelvetro. L’iniziativa è promossa dal Crpv (Centro ricerche produzioni vegetali), dalla Provincia di Modena e dalla Regione Emilia Romagna, in collaborazione con il Consorzio tutela del Lambrusco, l’Università cattolica del Sacro Cuore di Piacenza, Astra (Azienda agricola sperimentale) e Iter (Cooperativa di studiosi del suolo).


Il convegno ha lo scopo di presentare uno studio che approfondisce le conoscenze delle condizioni pedoclimatiche (di terreno e clima) del territorio in relazione ai vitigni che vi sono coltivati e alla qualità delle uve e dei vini ottenuti. «Sicuramente – spiegano i tecnici – l’affinarsi della metodologia ha permesso di evidenziare i caratteri che legano le note organolettiche dei vini agli elementi naturali (caratteristiche dei suoli e clima) del comprensorio produttivo».
Dopo gli interventi del presidente della Provincia Emilio Sabattini e del sindaco di castelvetro Roberto Maleti sono previste le relazioni di Carla Scotti di Iter (“Le terre della provincia”), Maurizio Zamboni dell’Università Cattolica di Piacenza (“La zonazione viticola”), Marco Simoni di Astra (“Valutazioni enologiche”), Massimo Barbieri (“La nuova organizzazione comune del mercato del vino”).
Seguirà la discussione che alle 17,30 sarà conclusa da Pierluigi Sciolette, presidente del Consorzio tutela del Lambrusco di Modena. Alla fine della giornata è inoltre prevista una degustazione di vini Lambrusco della provincia di Modena.

I lambruschi sono il 30% della produzione
La superficie vitata della provincia di Modena è di 8.481 ettari (7.445 in produzione e 1.036 in fase di allevamento) di cui circa mille ettari nella zona di collina con una produzione annua complessiva di uva raccolta di un milione 511 mila e 335quintali (18 per cento della regione Emilia-Romagna) e rese medie di circa 203 quintali per ettaro. La provincia di Modena si colloca al terzo posto in termini di superficie vitata, dopo, rispettivamente, Ravenna e Reggio Emilia.

La viticoltura rappresenta una delle principali fonti di reddito (anche se risulta essere poco più del 5 per cento della superficie agricola utilizzata), in quanto contribuisce alla produzione lorda vendibile totale per un 9 per cento circa e alla produzione lorda vendibile delle produzioni vegetali per circa un 20 per cento. I prezzi unitari sono in netto calo, le uve da vino nel 1999 venivano pagate in media quasi 60 euro al quintale mentre nel 2007 gli agricoltori hanno ricavato in media solamente 24 euro al quintale.

I lambruschi più rappresentativi nella provincia di Modena sono sicuramente il Grasparossa, il Salamino e quello di Sorbara che danno luogo ai vini a denominazione di origine controllata. La Doc, ottenuta per i tre lambruschi nel 1970, è regolata da disciplinari di produzione che definiscono le zone di coltivazione e la composizione percentuale dei vitigni che produrranno il vino. Il lambrusco Salamino e quello di Sorbara sono coltivati prevalentemente nelle zone di pianura, mentre il lambrusco Grasparossa è maggiormente presente nelle zone collinari della provincia.
La superficie che interessa le Doc, intesa come superficie vitata iscritta all’albo dei vigneti, è di circa 5.462 ettari (1.716 di Sorbara, 1.880 di Salamino, 1.543 di Grasparossa, 323 Doc Reno) che incidono per un 30 per cento sulla produzione complessiva di uva da vino. Oltre ai vitigni lambrusco sono coltivati altri vitigni a uva nera, molto interessanti, in particolare il Malbo Gentile e l’Ancellotta. Nel panorama compaiono anche vitigni bianchi coltivati in misura molto minore; in particolare Trebbiano di Modena, Montuni, Alionza e Spergola. Nel 2007 il Lambrusco Salamino era coltivato in ragione del 36 per cento, il Lambrusco di Sorbara il 18 per cento e il Lambrusco Grasparossa il 21 per cento, poi a seguire l’Ancellotta 6 per cento, il Trebbiano M. 4 per cento, il Montuni 3 per cento, il Pignoletto 2 per cento, il Lambrusco Marani 2 per cento, la Fortana 1 per cento.