Home Lavoro Modena: azioni integrate e coordinate per attenuare effetti crisi occupazionale

Modena: azioni integrate e coordinate per attenuare effetti crisi occupazionale

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Dai servizi personalizzati dei Centri per l’impiego per favorire il reinserimento professionale dei lavoratori fino alle attività formative e di riqualificazione per i lavoratori delle aziende in difficoltà. Le iniziative sono state proposte dall’assessore provinciale al Lavoro Gianni Cavicchioli ai componenti della Commissione di concertazione in materia di istruzione, formazione e politiche del lavoro in occasione della riunione dedicata, appunto, ad approfondire le caratteristiche e gli effetti della crisi economica sul sistema modenese. Il protocollo d’intesa proposto verrà discusso nelle prossime settimane.

Dall’analisi dei dati sul mercato del lavoro aggiornati a ottobre emerge come la situazione si stia aggravando con una preoccupazione crescente per i contratti a tempo determinato e i cosiddetti precari, come i collaboratori o chi lavora con contratti di somministrazione, «i primi che rischiano di perdere il posto senza nemmeno poter contare su ammortizzatori sociali, come la mobilità o la cassa integrazione». E’ un vero e proprio allarme quello che lancia l’assessore al Lavoro Gianni Cavicchioli rivolgendosi a tutte le forse politiche, al Governo e alle parti sociali: «Rendiamoci conto dell’urgenza del momento, dobbiamo rivedere le priorità di alcune azioni già previste. E’ giusto pensare a detassare le tredicesime, ancor più giusto alleggerire in modo continuativo il carico fiscale di salari e stipendi, ma è urgente, oltre che giusto, pensare a chi salario e stipendio rischia di non averlo per niente, perché disoccupato e non coperto dagli attuali ammortizzatori sociali: a questi lavoratori, dipendenti o autonomi, contrattualmente precari per dare risposta alle esigenze di flessibilità che il mercato ha richiesto e ha avuto, va data una risposta per primi, proprio perché – sottolinea Cavicchioli – sono sempre i primi a essere sacrificati nei momenti di difficoltà».
Nel pacchetto di iniziative proposte alla Commissione di concertazione, oltre al monitoraggio costante delle dinamiche occupazionali e alla collaborazione tra i diversi soggetti, sono previsti interventi specifici da parte dei Centri per l’impiego: percorsi di accoglienza e presa in carico dei lavoratori; servizi di ricollocazione che comprendano azioni di accompagnamento e sostegno all’inserimento; servizi personalizzati per la definizione di un piano individuale di inserimento, prevedendo interventi di formazione per la riqualificazione dei lavoratori, con particolare riferimento alle persona a maggiore rischio di marginalizzazione, come gli over 45 o i lavoratori con bassa professionalità. E’ previsto, inoltre, di programmare iniziative di formazione e riqualificazione destinate ai lavoratori di aziende in crisi, tenuto conto anche dei fabbisogni formativi evidenziati dai percorsi di reinserimento lavorativo definiti nell’ambito dei servizi erogati dai Centri per l’impiego.
Alle associazioni dei datori di lavori e ai sindacati è richiesto di collaborare segnalando le situazioni occupazionali critiche, evidenziando i fabbisogni di professionalità, concorrendo all’attivazione, attraverso i bandi provinciali e i fondi interprofessionali per la formazione continua dei lavoratori, di progetti formativi finalizzati alla qualificazione e riqualificazione professionale dei lavoratori.

I dati: sempre meno contratti
Il segno è ancora positivo, ma nel mercato occupazionale modenese si accentua mese dopo mese la tendenza a un calo degli avviamenti al lavoro con un contestuale aumento delle cessazioni, soprattutto nei settori del ceramico, del tessile e anche del biomedicale e del meccanico. E così il saldo tra contratti avviati e contratti cessati, nelle diverse tipologie, è di poco più di 9 mila alla fine di ottobre, era di 10 mila in settembre e di quasi 11 mila alla fine del primo semestre. Ben diverso, comunque, ricorda l’analisi dell’Osservatorio provinciale sul mercato del lavoro, rispetto ai primi dieci mesi del 2007 quando il saldo positivo sfiorava i 27 mila.
Nel confronto tra i due anni calano gli avviamenti a tempo indeterminato (meno 5.647), ma anche quelli a tempo determinato (meno 5.476), il lavoro di somministrazione (meno 2.775), l’apprendistato (meno 1.115) e le collaborazioni (meno 590) con una penalizzazione proporzionalmente maggiore per le donne che, pur essendo meno presenti sul mercato del lavoro, “pagano” quasi allo stesso modo dei maschi la diminuzione di avviamenti con una quota del 45 per cento rispetto agli 11.537 contratti in meno realizzati nei dieci mesi del 2008 rispetto allo stesso periodo del 2007.
Solo nel mese di ottobre sono state autorizzate quasi 144 mila ore di cassa integrazione ordinaria (90 mila solo nel ceramico, oltre 25 mila nel meccanico) che si aggiungono alle 81 mila di settembre: da inizio anno sono 570 mila , mentre nello stesso periodo del 2007 non avevano raggiunto le 400 mila. La cassa integrazione straordinaria ha raggiunto, invece, le 316 mila ora, con quasi 58 mila nel mese di ottobre: nei primi dieci mesi del 2007 erano state complessivamente 178 mila. Anche in questo caso il settore più interessato è il ceramico.
Si allungano anche le liste di mobilità con 4.789 iscritti alla fine di ottobre, un centinaio in più dalla fine di settembre, con oltre la metà di donne (55 per cento) e una predominanza del tessile, della ceramica e della metalmeccanica. Da inizio anno sono entrati in mobilità 2.031 lavoratori (1.023 donne) e ne sono usciti 1.880 (958 donne). Dei 4.789 iscritti, ben 1.846 hanno più di 50 anni.