Ulteriore passo avanti per il rilancio del trasporto pubblico locale. Il Consiglio provinciale di Modena ha infatti approvato i documenti giuridici e il prezzo a base di gara per la selezione del partner industriale di minoranza di Atcm spa. Il via alla procedura ha ottenuto il voto favorevole del Pd, quello contrario di Prc, Verdi, Forza Italia-Pdl, An-Pdl, Popolari liberali-Pdl. Astenuta la Lega nord.
Il piano di rilancio, che vedrà la cessione del 49 per cento del capitale azionario di Atcm per un prezzo a base d’asta di sei milioni e mezzo di euro a un partner privato che si occuperà della gestione operativa dell’azienda, è stato illustrato da Egidio Pagani, assessore provinciale alla Viabilità, che ha fatto anche il punto sullo «stato di salute» dell’azienda del trasporto pubblico modenese. Pagani ha elencato i progressi compiuti nell’ultimo periodo sottolineando la riduzione del disavanzo, passato dai quattro milioni 800 mila euro del 2006 ai due milioni 75 mila euro del 2007; l’aumento del corrispettivo dal fondo regionale trasporti cresciuto dai 21 milioni 400 mila euro del 2006 ai 23 milioni del 2008 per arrivare fino ai 24 milioni 700 mila euro previsti per il 2010; il recupero dell’evasione per 84 mila 200 euro nel 2006 e 131 mila euro nel 2007; l’aumento della vendita dei biglietti che ha portato a un corrispettivo di 13 milioni di euro nel 2006 e a uno previsto nel 2008 di circa 14 milioni. L’assessore ha rilevato anche che, a fronte di un numero sostanzialmente invariato di dipendenti (635 nel 2006, 630 ad agosto 2008), sono aumentati i servizi forniti dall’azienda.
Pagani ha spiegato che hanno già avanzato la loro candidatura per entrare in partnership con Atcm spa cinque imprese: due nazionali, Atm Milano e Atc Bologna, e tre internazionali. Si tratta del gruppo inglese Arriva e dei francesi Transdev e Ratp (che si presenta insieme a Fer e ad altre due aziende italiane). Con la delibera si approvano gli schemi finali del contratto di investimento e del Patto parasociale, le modifiche allo statuto di Atcm e il contratto di opzione. L’accordo avrà una durata minima di cinque anni. Il controllo della gestione resterà ad Amo, che deciderà anche la tariffazione e i servizi minimi. «L’obiettivo – ha concluso Pagani – è che Atcm possa svolgere al meglio la sua missione che è quella di essere competitiva rispetto al trasporto privato».
Il dibattito
Il via libera alla procedura di selezione del partner privato di Atcm spa è stato approvato dal Consiglio provinciale di Modena con il voto favorevole del Pd e quello contrario di Prc, Verdi, Forza Italia-Pdl, An-Pdl, Popolari liberali-Pdl. Astenuta la Lega nord.
Giorgio Barbieri, capogruppo della Lega nord, ha dichiarato di astenersi definendo «positivo e irreversibile l’ingresso in Atcm dei privati che un domani potranno avere il controllo totale dell’azienda. Ma questa delibera fa le cose a metà. È una resa del pubblico di fronte al privato a cui si chiede di gestire Atcm come i politici non sono mai riusciti a fare».
Secondo Luca Caselli (An-Pdl) non si può parlare di rilancio «ma di tentativo di rimediare a un disastro dovuto alla gestione politica. Il privato è chiamato a mettere una toppa ma non è detto che funzioni».
Dello stesso parere anche il capogruppo di An-Pdl, Cesare Falzoni per il quale «Atcm è un vecchio carrozzone in cui la gestione pubblica è diventata politica».
Sottolineando che le azioni messe in campo hanno portato a risultati positivi, Demos Malavasi (Pd) ha affermato che «la strada del governo pubblico e di una partnership pubblico-privata per la gestione è quella giusta per rendere più efficiente il servizio».
Al contrario per Dante Mazzi (Forza Italia-Pdl) «il pubblico doveva uscire completamente dalla gestione e mantenere solo la funzione che gli compete di salvaguardia del servizio che svolge già Amo. Così invece c’è sovrapposizione di ruoli».
Giancarlo Bertacchini (Pd) ha replicato che «non è detto che il privato sia la panacea di tutti i mali, ma poiché davvero Amo ha la funzione di controllo si può valutare di spingere più avanti la privatizzazione».
Claudia Severi, capogruppo Forza Italia-Pdl, ha aggiunto che «il ripiano delle perdite è stato fatto vendendo i gioielli di famiglia e ancora non si sa quale sia il trend delle perdite annuale».
Per Aldo Imperiale (Prc) la privatizzazione «non è una risposta né adeguata né moderna: l’ingresso dei privati non risolve i problemi di bilancio e neanche quelli infrastrutturali. Il pubblico sta abdicando dalla sua funzione».
Dello stesso parere anche Walter Telleri (Verdi) che ha definito «sciagurata» la privatizzazione e sostenuto che il trasporto «dovrebbe essere pubblico e gratuito per tutti».
Secondo Tomaso Tagliani (Popolari liberali-pdl) l’obiettivo del privato «sarà fare utili quindi aumenterà il prezzo dei biglietti e lascerà a casa della gente con grave danno per i modenesi».