Riqualificare il fiume Panaro nel tratto da Casona di Marano fino a Modena per farne un Parco fluviale. E’ questo il progetto che la Provincia di Modena intende attuare nei prossimi anni. Primo passo per avviare questo percorso è uno studio effettuato, su incarico della Provincia stessa con il contributo della Fondazione Cassa di risparmio di Modena, dal dipartimento di Ingegneria civile e ambientale dell’Università di Firenze sulle tecniche e le proposte di riqualificazione del fiume.
Lo studio sarà presentato a Vignola lunedì 1o novembre con un convegno dalle ore 15 nella sala conferenze della Biblioteca Auris, in via S.Francesco 165. Tra i partecipanti l’assessore regionale all’Ambiente Lino Zanichelli, Alberto Caldana, assessore provinciale all’Ambiente, e Massimo Rinaldi dell’Università di Firenze.
«I nostri fiumi – spiega Caldana – e il Panaro in particolare hanno un valore ecologico e paesaggistico di grande rilievo da valorizzare. Anche il Ptcp individua il Panaro come area strategica dal punto di vista ambientale prevedendo la trasformazione in Parco fluviale. Con questo studio presentiamo le prime proposte di riqualificazione sulle quali intendiamo coinvolgere tutti i soggetti interessati».
Nello studio si parte dall’individuazione dei problemi attuali del fiume Panaro che, spiega Rinaldi: «come tanti altri fiumi nel resto del paese, il Panaro ha subito profonde trasformazioni negli ultimi decenni dovute agli interventi di scavo di ghiaia in alveo, oggi proibite, i frantoi, le opere idrauliche, infrastrutture varie, prelievi di acqua e la riduzione della fascia di pertinenza del fiume a causa dell’espansione dell’agricoltura. Lo studio propone le tecniche più innovative e le tipologie di intervento per una riqualificazione complessiva».
Al convegno di presentazione partecipano anche Roberto Adani, sindaco di Vignola, Giovanni Franco Orlando, assessore all’Ambiente del Comune di Modena, Marco Monaci, esperto di riqualificazione fluviale, Bruna Grumiero e Daniele Lenzi, esperti di riqualificazione ecologica, Guido Ferrara e Serena Chiarugi dell’Università di Firenze che parleranno di riqualificazione paesaggistica e Giuseppe Ponz De Leon Pisani del Comune di Savignano sul Panaro.
Recuperare la naturalità, trasferire i frantoi
Lo studio dell’Università di Firenze si riferisce alla riqualificazione del tratto di fascia fluviale del medio corso del Panaro tra Modena e Casona di Marano.
Il gruppo di ricerca coordinato dal prof. Massimo Rinaldi, docente di Geologia applicata del dipartimento di Ingegneria civile della Università di Firenze, ha carattere multidisciplinare con il coinvolgimento di esperti di idraulica, geomorfologia fluviale, ecologia fluviale e del paesaggio.
La prima parte dello studio è dedicata alla conoscenza dell’evoluzione storica, fino all’analisi dello stato attuale delle dinamiche in atto nell’ambito fluviale. La seconda parte indica le strategie e degli interventi di riqualificazione.
Le proposte a carattere geomorfologico mirano ad invertire la tendenza, in atto da diversi decenni, al restringimento dell’alveo innescata dalle escavazioni di ghiaia del passato, riconnettendo i sedimenti ghiaiosi ai lati del fiume con l’alveo e modificando alcune briglie per diminuire le erosioni a valle delle stesse e favorire la naturale mobilizzazione delle ghiaie da monte a valle.
Le proposte ecologiche puntano a recuperare la naturalità del fiume e di conseguenza la biodiversità, sia in termini di specie (flora e fauna) sia in termini di habitat, con particolare attenzione alla vegetazione lungo le rive e alla qualità delle acque. In pratica, concludono i ricercatori, occorre ripristinare la funzione di corridoio ecologico del fiume che rappresenta un ponte biologico tra montagna e pianura.
Le proposte paesaggistiche, infine, puntano a risolvere soprattutto alcune situazioni ormai incompatibili: tra queste i frantoi sul fiume che devono essere spostati per ripristinare un rapporto più armonico tra le città e il fiume, in particolare a Spilamberto, Vignola, Savignano e Marano.
Tutte questo proposte hanno come orizzonte strategico l’istituzione di un Parco fluviale.