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Calcio, Mihajlovic: ”Un Bologna senza paura”

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“Il primo giorno i ragazzi era un po’ demoralizzati e abbattuti, ma giorno dopo giorno lo ho visti sempre meglio e si sono sempre allenati con intensità. Ho parlato con loro, tutti assieme e ad ognuno singolarmente: gli ho fatto capire la mia idea del calcio, sia l’aspetto tattico che il modo in cui si devono comportare sul campo. Voglio trasmettere alla squadra il mio carattere, che so non essere facile ma alla lunga è vincente: io sono uno che non molla né si abbatte mai, ma combatte sempre”. Così Mister Mihajlovic.

Il Mister prosegue: “Ho spiegato ai ragazzi che le partite si possono anche perdere, ma bisogna sempre dare il massimo: allo stesso modo, la mia squadra non deve mollare mai e non deve aver paura di nulla. Tra l’atro, hanno già dimostrato di potersela giocare, non solo nella partita contro la Lazio, dove hanno giocato alla grande, ma anche in altri spezzoni di di gara, dove hanno combattuto bene: bisogna riuscire ad essere più costanti. Solo con una grande intensità possiamo combattere con la Roma e uscire vincitori: loro hanno anche cambiato modulo ma questo non ci deve importare, la cosa che conta di più è avere noi per primi le idee chiare. Ho spiegato ad ognuno cosa deve fare in fase offensiva e difensiva: tutti devono sapere quali sono i propri compiti in ogni momento, in fase offensiva e difensiva. Tutto dev’essere chiaro, e lo è, poi gioca chi si merita di giocare e non ha paura: non posso capire un giocatore che abbia paura della partita di calcio, può essere anche il migliore del mondo ma se in quel momento ha paura non lo faccio giocare”.

I giocatori sono pronti, dopo la prima settimana di lavoro con lei?
“In quattro giorni non si può fare più di tanto – risponde – Ho lavorato sul piano psicologico, per cercare di cambiare mentalità, far capire che non c’è bisogno di aver paura e spiegare alcune cose tattiche. I ragazzi sono tranquilli, sanno cosa devono fare, ognuno ha un compito preciso. La cosa importante in un momento come questo è non aver paura: non la devono avere, e in questo modo sicuramente faranno bene e giocheranno tranquilli. Ho lavorato su questo e, vedendoli allenarsi e apprendere, sono fiducioso: la Roma per batterci deve fare sicuramente una bella partita, perché sono convinto che i ragazzi domani daranno il massimo”.

Cosa teme della Roma, dopo averla vista battere il Chelsea in Champions League?
“Nei primi trenta minuti la Roma non è andata tanto bene, poi il calcio è così: se una squadra non riesce a fare gol nonostante crei buone occasioni, va a finire che lo subisce. E il primo gol della Roma sembrava uno di quelli subiti dal Bologna a Cagliari: sul cross Panucci era da solo, sono errori che fanno anche grandi squadre e grandi giocatori, altrimenti tutte le partite finirebbero 0-0”.

Se dovesse giocare Totti, gli riserverebbe un trattamento particolare in campo?

“Se sta bene fisicamente, è un grandissimo campione in grado di fare la differenza. Adesso non sta molto bene, ma è pur sempre un giocatore esperto, furbo e abile tra le linee: non gli dobbiamo lasciare spazi né la possibilità di girarsi perché ha un gran tiro. Bisognerà stare molto attenti a lui, è il loro giocatore migliore, ma anche i vari Vucinic, Perrotta, Pizarro sono grandi giocatori: la Roma è una delle migliori squadre del campionato”.

Ed è stata la sua avversaria degli ultimi anni, ma questa volta lei non ha a disposizione un fucile del calibro dell’Inter.

“Ma l’importante è prendere bene la mira: se colpisci nel giusto non hai bisogno di un fucile. Basta un pistola ad acqua: se lo prendi nell’occhio l’avversario non ti vede”.

Come valuta Spalletti, il tecnico della Roma?

“È un ottimo allenatore e lo ha dimostrato, ha fatto la gavetta allenando anche piccole squadre, poi ha raccolto grandi risultati con l’Udinese e la sua Roma negli ultimi due o tre anni ha giocato il miglior calcio in Italia: è stato sfortunato nel trovare un’Inter fortissima sulla sua strada, altrimenti avrebbe vinto di più. Ora è un po’ in difficoltà ma con una squadra di grande qualità come la sua ne uscirà fuori, anche se non credo che arriverà tra le prime quattro”.

Lei è emozionato alla vigilia della sua prima partita da allenatore del Bologna?

“Per il fatto di essere venuto qua, ho provato già un’emozione molto bella. Per il resto, vediamo domani allo stadio: vedendo il pubblico e la squadra avversaria probabilmente mi emozionerò, ma non sono uno che ci fa molto caso. Sicuramente se vinciamo alla fine sarò molto emozionato!”.

Ha un modulo preciso in testa?

“Sì, uno con cui cominceremo la gara, ma non significa che la finiremo anche in quel modo: dipende da come va la partita. Domani giocheranno quelli che mi danno più garanzie, a livello di esperienza, ma ho visto bene tutti i giocatori e ci sarà spazio per tutti. Di sicuro non recupero nessun infortunato: forse a Siena potrà rientrare Mingazzini, con la protezione di una maschera”.

Che idea si è fatto dei tre sudamericani arrivati in estate?
“Lo ho guardati con attenzione: fisicamente sono forti, hanno un bel piede, devono un po’ migliorare tatticamente e essere più grintosi, perché mi sembrano ancora un po’ timidi, ma la qualità c’è, mi hanno fatto un’ottima impressione e li utilizzerò senz’altro”.

Rivedendo le partite che il Bologna ha giocato sin qui, ha avuto l’impressione che i giocatori non abbiano dato il massimo?
“Cos’è il massimo? Secondo me l’hanno dato, ma penso anche che si possa dare sempre di più. Più che altro, in certe partite con un po’ più di coraggio si poteva uscire con un pareggio anziché con una sconfitta: penso per esempio a quella con l’Inter, dove l’impressione è che avendo perso 2-1 qualcuno possa aver immaginato di aver limitato i danni. Ecco, secondo me è meglio anche perdere con un passivo maggiore, ma essere più cattivi e determinati in campo”.

(dal sito ufficiale del Bologna F.C.)