Si è aperta con successo la mostra ‘Estro e splendore’ al Museo Civico Archeologico di Bologna. La bellezza delle stampe giapponesi, in una scelta di 159 opere di gran pregio provenienti dalla vasta collezione dello studioso e pittore modenese Carlo Contini, ha incantato i numerosi intervenuti.
Il nucleo principale della mostra è costituito dalle stampe di alcuni dei maggiori esponendi dell’ukiyo-e del XIX secolo: Hiroshige, Kuniyoshi, Kunisada. Sono esposte inoltre parecchie decine di rare e lussuose stampe diOsaka, oltre alle particolari kodomo-e, stampe per l’infanzia create per divertire, istruire e far giocare i bambini, per la prima volta esposte in Italia. L’esposizione, promossa da Università di Bologna e Centro Studi d’Arte Estremo-Orientale, insieme a Museo Civico Archeologico di Bologna e a Nipponica, vuole essere uno spunto per gettare uno sguardo sulla cultura giapponese, attraverso la straordinaria perizia artistica di queste opere. Per questo il programma include anche un ciclo di conferenze dal titolo ‘Parole del mondo fluttuante’: dal 22 ottobre al 10 dicembre 2008 si alternano studiosi ed esperti in sette incontri per approfondire alcuni aspetti di questa straordinaria cultura.
Mercoledì 22 ottobre ore 17 al Museo Civico Archeologico, via Archiginnasio 2 a Bologna
‘Lo sfondo sociale delle stampe ukiyo-e’, conferenza di Alessandro Guidi.
La tradizione xilografica giapponese è unica al mondo e costituisce un modello ancora insuperato nel panorama della grafica di ogni tempo e luogo. Il termine ukiyo-e (che significa “immagini del mondo fluttuante”) era di provenienza buddista e sottolineava il carattere impermanente della vita umana. Per comprendere il mondo delle stampe ukiyo-e è necessario conoscere il suolo su cui fiorì quest’arte straordinaria. Il periodo trattato in questa conferenza (1600-1868) coincide quasi perfettamente con la chiusura del Giappone al mondo esterno e con la dittatura militare del clan Tokugawa.
All’inizio del XVII secolo si attua la pacificazione del Giappone, prostrato da decenni di sanguinose guerre civili, ad opera di tre condottieri (Oda Nobunaga, Toyotomi Hideyoshi e Tokugawa Ieyasu) che, l’uno dopo l’altro, riescono infine a ricondurre il paese sotto un unico, forte potere militare: quello dello shōgun (generalissimo), che fissa la sua residenza a Edo, l’attuale Tokyo. Le pericolose ingerenze esterne vengono eliminate con la chiusura del paese al mondo esterno. La pace raggiunta favorisce il rifiorire delle attività economiche e la nascita di una classe media (in giapponese chōnin, letteralmente “cittadini”) di mercanti e piccoli imprenditori che, con il passare del tempo, grazie alla loro intraprendenza si arricchiscono alle spalle della classe dominante, i bushi o samurai. La storia del periodo Edo (1603-1867) vede infatti il progressivo travaso di ricchezza dai bushi, legati alla rendita fondiaria, ai chōnin, ufficialmente disprezzati, ma sempre più necessari alla classe dominante, che ad essi doveva ricorrere per ottenere prestiti e servizi. È proprio grazie a questi nouveaux riches che la xilografia diventa un’arte vera e propria, difficilmente riconducibile, tra l’altro, a modelli cinesi, come invece spesso è avvenuto per altre grandi espressioni artistiche del Giappone.
Il periodo del dominio dei Tokugawa termina nel 1868 con la caduta del governo militare e con l’apertura del Giappone al mondo esterno.
Ingresso liberio.
Per informazioni: e-mail– tel.051.381694 – Estro e splendore.