“In questa situazione di straordinaria difficoltà economica a livello internazionale, è importate rinviare ogni decisione rispetto ai provvedimenti identificati come ‘post Kyoto’. Confindustria Ceramica condivide quanto Emma Marcegaglia ed il presidente della Confindustria Tedesca (BDI) Jurgen Thumann hanno sottolineato nei giorni scorsi a Berlino, e rimarca con favore la positiva azione del Ministro per le Politiche Comunitarie Andrea Ronchi che, in sede europea, sta sensibilizzando gli altri Paesi, anche in vista dell’importante ed imminente Consiglio Europeo”. Queste le considerazioni di Alfonso Panzani, presidente di Confindustria Ceramica.
La posizione dell’industria italiana delle piastrelle di ceramica sull’importante tema della riduzione delle emissioni di CO2 prevede la conferma di quanto, già da tempo sottoscritto anche dall’Italia in sede internazionale, ma nel contempo una ferma opposizione alle nuove ipotesi di inasprimento destinate a portare nuovi e pesantissimi oneri sulle aziende. In particolare, la proposta della Commissione, che modifica la definizione di impianto ceramico cancellando il parametro tecnico fondamentale per il settore della ‘densità di carica del forno’ (setting density). Questo determinerebbe l’ingresso nel sistema Emission Trading della quasi totalità degli impianti ceramici italiani, anche di quelli di dimensioni ridotte e con emissioni trascurabili.
“Nella sola Italia – aggiunge Panzani – entrerebbero nel sistema circa 350 siti produttivi, con un aumento del 35% dei siti coinvolti – a fronte di un incremento delle emissioni intercettate solamente dell’1,3%. Per questa ragione noi chiediamo al Governo Italiano, anche alla luce delle difficoltà congiunturali che attanagliano l’economia mondiale, di mantenere l’attuale definizione ed il complesso di norme attualmente in vigore”.