E’ in programma per domenica 12 ottobre il consueto ed importante appuntamento commemorativo del 64° anniversario dell’eccidio di Manno di Toano, tra le pagine più buie e cruente della storia resistenziale del nostro territorio. Amministrazione Comunale sassolese e quelle di Toano e Villa Minozzo, ANPI e le altre Associazioni della resistenza, Combattentistiche e d’’Arma hanno organizzato la specifica giornata commemorativa.
Per partecipare è necessario ritrovarsi alle ore 8.30 presso Pizza Risorgimento, da dove partiranno i Pullman. Prima dell’arrivo a Manno – dove è prevista la celebrazione della SS.Messa – si porrà una corona presso la lapide di Nino Piccinini.
Alle ore 11.00 i discorsi celebrativi in programma nella piccola frazione reggiana saranno aperti da Susanna Bonettini, Vice Sindaco del Comune di Sassuolo..e di Patrizia Barbolini, Presidente del Consiglio Comunale cittadino. Seguira’ l’intervento della Presidente ANPI di Sassuolo, Antonia Bertoni.
E’ previsto anche un pranzo sociale al ristorante “Al Lago”, In questo caso è necessario prenotarsi presso il Circolo Pagliani (0536) 807115 – cell.349/5106878 e al pomeriggio una visita a Villa Minozzo.
Nell’ottobre del ’44 proprio in questa località di Manno caddero gli 11 partigiani, dieci dei quali sassolesi, e ancora una volta voglio ricordarne i nomi: Luigi Cervi (18 anni), Nino Fantuzzi (20 anni), Enrico Gambarelli (24 anni), Walter Gandini (20 anni), Alete Pagliani (22 anni), Vittorio Roversi (19 anni), Franco Spezzani (18 anni), Vincenzo Valla (34 anni), Mario Veroni (24 anni), Walter Zironi e Clodoveo Galli (43 anni, di Gorizia).
Walter Zironi, di guardia in quel momento, fu il primo ad essere ucciso. I tedeschi intimarono la resa e incendiarono l’accantonamento. I partigiani, svegliati di soprassalto, accecati dal fumo, si arresero credendo alla promessa che avrebbero avuta salva la vita. Si arresero quindi Cervi, Fantuzzi, Gambarelli, Gandini, Pagliani, Roversi, Spezzani, Valla, Veroni e Galli. Quattro vennero uccisi sul posto e gli altri sei condotti a Villa Gherardini di Manno, dove furono seviziati e poi impiccati ad alcuni alberi con fili di ferro strappati dai filari.