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Rete per l’alta tecnologia: via al secondo programma

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La Rete regionale per l’Alta tecnologia evolve e si riorganizza. Una vera e propria “nuova impresa di ricerca” con oltre 1000 ricercatori, di cui 400 nuovi giovani, 14 laboratori e 8 centri per l’innovazione. In occasione del Forum con le imprese che si tiene fino all´8 ottobre nella sede di Aster (all’interno dell’Area della ricerca del Cnr di Bologna), l’assessore alle attività produttive Duccio Campagnoli ha presentato il secondo programma definito dalla Regione, che dà un’ulteriore, nuova organizzazione alla Rete per l’alta tecnologia.


Nei laboratori e centri della Rete lavorano già e continueranno a lavorare 402 giovani ricercatori insieme a 600 docenti e ricercatori già presenti nelle università e negli enti di ricerca, mentre nei centri per l’innovazione opereranno 140 unità. Aster opererà per il coordinamento della Rete dando vita all’Associazione dei laboratori accreditati dalla Regione e per promuovere quindi in modo unitario il rapporto con le imprese.
La Regione ha investito in questo secondo programma 15 milioni di euro per l’attività 2008-2009 e guarda già al prossimo obiettivo per consolidare e sviluppare ulteriormente la Rete per l’alta tecnologia in Emilia-Romagna, che sarà rappresentato dalla nascita dei tecnopoli, cioè delle nuove aree che ospiteranno nelle diverse città i laboratori di ricerca con ulteriori investimenti per le strutture scientifiche utilizzabili anche dalle imprese e un programma di attività dei ricercatori 2009-2013.
La Regione ha investito finora nei laboratori 43 milioni di euro mentre nei prossimi anni, fino al 2013, verranno assegnati 100 milioni per i tecnopoli.

Cosa prevede il secondo programma
Con il secondo programma messo a punto dalla Regione con il supporto di Aster, i laboratori evolvono ancora integrandosi tra loro – da 27 diventano 14 – per sviluppare una “massa critica” e un’offerta di ricerca che risponda ancora di più alle domande di innovazione delle principali filiere del sistema produttivo regionale, cui contemporaneamente si rivolgono i programmi di sostegno ai progetti per l’innovazione delle imprese promossi anch’essi dalla Regione.
Per l’alta tecnologia meccanica opereranno 6 grandi laboratori: con centro a Bologna Aertech (Unibo) per l’automazione industriale, Matmec (Unibo, Enea, Cnr e Università di Parma) e Isml-Cermet per i nuovi materiali, Prominer (presso il Cnr) per micro e nano tecnologie; e poi Intermech, (Università di Modena-Reggio Emilia e Ferrara) per la meccatronica; Musp (a Piacenza, promosso dal Politecnico di Milano) per le tecnologie delle macchine utensili.
Per le tecnologie energetiche ed ambientali opereranno Enviren, con centro ancora al Cnr, Lisea promosso da Enea, e Cisa; per le costruzioni il Centro Ceramico che opererà in stretta collaborazione con le imprese dell’industria ceramica, Larco Icos (tecnologie per l’edilizia) e Nerea (a Ravenna per le tecnologie del restauro).
Biopharmanet è il nuovo grande laboratorio regionale che si costituisce con la partecipazione dei ricercatori delle Università di Ferrara, Bologna, Parma e Modena per le biotecnologie e la farmaceutica; Siteia e Citimap con i ricercatori e le esperienze di Parma, Bologna, Reggio Emilia e Piacenza sarà il laboratorio per il settore agroalimentare; Lasim, insieme ad Arces (ancora Università di Bologna) opererà nel campo della telematica.
E poi ci sono i centri per l’innovazione Democenter (Università di Modena Reggio Emilia), Citi (Università di Bologna), Cna Innovazione, il Design Center e il Centro per la multimedialità a Bologna.