Nel corso dell’udienza di ieri, il Comune di Reggio – rappresentato dall’avvocato Santo Gnoni, dell’Avvocatura comunale – ha presentato istanza di costituzione di parte civile nel procedimento penale per i fatti di via del Carbone, avvenuti la notte fra il 13 e il 14 luglio 2007. Il giudice si è riservato di decidere.
Non si tratta, da parte del Comune, di un’azione contro persone.
Nell’atto di costituzione si fa riferimento, fra l’altro, al decreto 125 del 2008 (articolo 54), che declina l’incolumità pubblica come ‘l’integrità fisica della popolazione’, e definisce altresì il concetto di sicurezza urbana come ‘un bene pubblico’, da tutelare attraverso attività poste a difesa del rispetto delle norme che regolano la vita civile, per migliorare le condizioni di vivibilità nei centri urbani, la convivenza civile e la coesione sociale.
In base alla normativa, il Comune è dunque legittimato a intervenire, in sede di giudizio, in cinque categorie: situazioni urbane di degrado o isolamento che favoriscono l’insorgere di fenomeni criminosi; danneggiamento al patrimonio pubblico o privato; incuria, degrado o occupazione abusiva di immobili; intralcio alla viabilità e alterazione del decoro urbano; comportamenti che possano offendere la pubblica decenza per le modalità con cui si manifestano.
La motivazione alla base dell’azione giudiziale consiste nel danno all’immagine della città e nelle conseguenze lesive in termini di ospitalità, capacità attrattiva (turismo) e sicurezza. Profili già valutati, in altre sedi, come idonei a sostenere la costituzione di parte civile dell’Ente locale.
In ultima analisi, l’iniziativa giudiziaria dell’Amministrazione comunale è tesa a raggiungere il soddisfacimento dell’interesse della città attraverso la ricerca, con ogni mezzo idoneo, di quello che la legge indica come bene pubblico e si identifica nella sicurezza pubblica.
