Eccezionale svolta nel pietoso caso di Paulo Pavesi, il brasiliano con discendenza italiana
che da anni in lotta con le autorità brasiliane, dopo la morte del figlio di 10 anni e numerose denunce rispetto ad un presunto traffico illegale d’organi. Perseguitato da anni nel suo Paese, mesi orsono Pavesi si è rivolto a ‘La Caramella Buona’, Associazione nazionale contro la pedofilia, con sede a Reggio Emilia, al fine di ottenere un minimo di giustizia e protezione.
L’Associazione, tramite l’ottimo lavoro della Questura di Reggio Emilia, ha quindi aiutato Paulo Pavesi nel presentare domanda per l’asilo politico. Non provenendo da zone di guerra o da nazione particolarmente critica, la domanda si presentava piuttosto complicata.
La Commissione ministeriale della Prefettura di Milano, competente in materia, ha valutato attentamente la documentazione e tutte le gravissime motivazioni di Pavesi, concedendogli quindi il meritato “status di protezione sussidiaria” in Italia.
La vicenda Pavesi ha inizio il 19 aprile 2000, quando il piccolo Paulo Veronesi Pavesi, di 10 anni, cade dall’altezza di circa 10 metri, nella città di Poços de Caldas, a Minas Gerais, in Brasile.
Trasportato all’ospedale Pedro Sanches, dopo aver effettuato alcuni esami, i medici scelsero di effettuare un’operazione per l’estrazione di un coagulo dal cervello. Ma qualcosa non andò per il verso giusto e per il bimbo fu in breve dichiarata la morte cerebrale.
Dopo le ripetute denunce di papà Pavesi all’autorità giudiziaria e l’interessamento di diversi esponenti politici, alcuni medici del pronto soccorso e degli anestesisti sono finiti sotto processo per omicidio colposo.
Il sospetto della decisione di “far morire” per forza il piccolo Paulo è tutta nelle parole del padre che ha scritto un suo memoriale, visibile sul sito della Caramella buona.
Pavesi così come la sua famiglia, non è in “condizioni degne e sicure di continuare a vivere in Brasile”, si spiega. “Tutti i suoi diritti fondamentali sono ignorati e non c`è più nessuno a cui ricorrere”.
Roberto Mirabile, presidente di ‘Caramella buona’, spiega: “Si tratta, da quanto ci risulta, di un caso internazionale unico, riguardante un asilo politico per traffico illegale di organi”.
Io sono a Reggio Emilia – scrive Paulo Pavesi dal sito di Caramella Buona –
La mia richiesta d’asilo è stata accettata. Il governo italiano ha riconosciuto il diritto di ottenere l’asilo umanitario. Grazie mille per Caramella Buona e soprattutto a voi per l’aiuto e il sostegno che mi ha offerto!
Un grande abbraccio