Non sono bastati gli interventi delle due società, dei Sindaci delle città per rivedere una decisione incomprensibile. Bologna e Firenze non meritavano di essere inserite nell’elenco delle città a rischio per il pallone, quando è noto che dai fatti di venti anni fa non era successo più nulla di grave. Non è in discussione la bontà di provvedimenti che vogliono stroncare il tifo violento, ma il caso specifico è inspiegabile. Aggiungo che ci sono stati anche episodi toccanti come un indimenticabile marzo 2002.
L’ultimo incontro calcistico tra
le due amministrazione, quando convincemmo Ivan Dall’Olio, sfortunato protagonista dell’assalto di delinquenti al treno del Bologna, a giocare la nostra partita. Fu una giornata stupenda ai “campini” perché anche i tifosi delle due squadre si avvicinarono per seguire quella partita. Ivan fu ospite della tribuna e vi furono altri momenti di festa e serenità in quella giornata. Allora giudicai quel gesto, e furono le stesse parole di Ivan, la chiusura di una stagione di odio tra le due tifoserie. Io ci ho creduto e ci credo ancora.
Con il Presidente del Consiglio comunale di Firenze Eros Cruccolini, il collega Massimo Mattei, capitano degli amministratori fiorentini abbiamo deciso di non svolgere la nostra partita.
E’ poca cosa ma per rispetto dei tifosi rossoblu ho cortesemente declinato anche l’invito istituzionale per vedere la partita.
Sarò costretto a vederla in tv come tutti gli altri che aspettavano da tempo il ritorno del derby dell’Appennino.
(il Presidente del Consiglio Provinciale Maurizio Cevenini)