Le ultime notizie sull’economia mondiale non sono delle più felici e parlano di una riduzione rilevante nell’attività economica, pesantemente influenzata da uno scenario internazionale che vede la concomitanza di una crisi immobiliare, valutaria e non ultimo, anche inflattiva. La “soffocata” crescita degli ultimi tempi sia dell’Italia, in questo in ‘buona compagnia’ di diversi altri Paesi europei, rappresentano solo alcune delle principali “tranche di criticità” dell’Italia, che non ha ancora individuato con chiarezza un nuovo percorso di sviluppo.
La ventiseiesima edizione di Cersaie affronta tali tematiche nell’ambito del convegno inaugurale dal titolo Lo sviluppo perduto: cause e prospettive, che si svolge martedì 30 settembre alle ore 11.00 presso la Sala Europa del Palazzo dei Congressi.
L’appuntamento istituzionale, primo nella ricca agenda del Salone, è promosso da Confindustria Ceramica e organizzato da Edi.Cer.Spa e vede la presenza di voci autorevoli del panorama imprenditoriale ed istituzionale italiano che presentano lo stato dell’arte sulla situazione congiunturale dell’Italia con riferimento alle leve sulle quali è indispensabile agire per riportare il Paese ad una condizione di crescita e di sviluppo.
Dopo i saluti di Fabio Roversi Monaco Presidente di Bologna Fiere, protagonisti del confronto, moderato da Gianni Riotta direttore del TG1 Rai, sono il Ministro del Lavoro, del Welfare e delle Politiche Sociali Maurizio Sacconi, il Presidente di Confindustria Emma Marcegaglia, il Presidente di Confindustria Ceramica Alfonso Panzani e Giuseppe De Rita segretario genarale del Censis (Centro Studi Investimenti Sociali).
Nonostante le condizioni particolarmente difficoltose e il futuro non proprio roseo, l’Italia delle imprese mostra una imprenditoria tesa in un continuo sforzo di trasformazione per fronteggiare le sfide della competizione globale. Sull’onda di un clima diverso, più incline al confronto, forse è giunta l’ora di avviare quei processi di riforma in grado di ridare ossigeno alle potenzialità che vanta il sistema economico italiano.
Per compiere quell’accelerazione necessaria a sorreggere lo slancio del sistema produttivo italiano e del Paese nel suo complesso, servono misure urgenti, nella direzione di ridurre la pressione fiscale, collegare l’incremento dei salari alla produttività, semplificare in modo consistente la burocrazia, questa catena che, opinione consolidata presso il mondo imprenditoriale, mette le briglie all’economia e mortifica la peculiarità imprenditoriale costituita dal dinamismo e dalla sua capacità di adattarsi alla rapidità dei cambiamenti imposti dalla globalizzazione.