Anche l’ultimo invito di comitati pendolari e associazioni dei consumatori alla Regione Emilia Romagna per rivedere l’entità degli aumenti delle tariffe ferroviarie ha avuto esito negativo. Le critiche e le riserve su questi rincari, in particolare per le “corse semplici” e “abbonamenti settimanali”, non hanno modificato l’atteggiamento della Regione, completamente allineata sulle richieste di Trenitalia.
Nella documentazione consegnata il giorno successivo alla decorrenza delle nuove tariffe, vengono confermati aumenti che vanno
dal 20 al 60% per non-abbonati e abbonamenti settimanali e che coinvolgono almeno 50.000 utenti/giorno.
Una decisione inaccettabile nel merito e nel metodo, di cui la Regione si assume la pesante responsabilità nei confronti dei propri cittadini-utenti, che Federconsumatori si riserva di tutelare in ogni sede. L’annunciata salvaguardia dei clienti “fedeli”, si è sostanziata in aumenti più contenuti per gli abbonati mensili ed annuali.
Ancora una volta, si è imposta la “politica dei due tempi”, con aumenti immediati delle tariffe mentre per i miglioramenti della qualità del servizio si vedrà. Di fronte al perdurante degrado del trasporto regionale, non certo diverso da altre regioni, l’Assessorato alla Mobilità ha autorizzato tariffe fra le più alte d’Italia.
Il progetto d’integrazione delle tariffe e dei mezzi di trasporto pubblici ha sempre visto la condivisione di Federconsumatori. Rappresenta un passo necessario per ottenere un maggiore utilizzo di questi vettori e per ridurre l’utilizzo del mezzo privato. Il primo approccio del progetto “Mi Muovo”, oltre a modeste novità
sull’abbonamento annuale, applica aumenti insostenibili e vessatori nei confronti degli utenti del trasporto ferroviario. La Regione Emilia Romagna anziché sostenere con risorse collettive la riorganizzazione del trasporto pubblico, scarica su questi utenti il costo del progetto. Come se il comune diritto alla mobilità, la tutela della salute e dell’ambiente fosse solo “affar loro”.
Una politica dei trasporti miope e non condivisa da Federconsumatori, dove prevalgono tutti i giorni gli annunci sulle mirabilie dell’Alta Velocità prossima ventura, ma che non garantisce un futuro dignitoso per i treni del trasporto regionale, sempre caratterizzato da treni vecchi, soppressioni e guasti di ogni tipo. Dati di
fatto che rendono irrealistico anche l’annunciato aumento del 10% dell’offerta dei treni regionali.