Maurizio Fabbri, segretario regionale dei pensionati della Cgil: “Provo sdegno e preoccupazione per le parole di La Russa e Alemanno. Dobbiamo rafforzare il nostro impegno per difendere la storia della democrazia costituzionale”.
“Il fascismo è stato dittatura e guerra, è stato un male assoluto, non esiste un fascismo buono. Ed è abominevole paragonare chi ha combattuto per la Repubblica di Salò contro gli italiani e a fianco dei tedeschi a chi ha combattuto per la libertà dal nazifascismo”. Lo Spi-Cgil dell’Emilia-Romagna, che con i suoi oltre 460 mila iscritti rappresenta la più grande organizzazione democratica della regione, lancia un grido di sdegno e di preoccupazione alle parole pronunciate da importanti esponenti del governo e delle istituzioni in occasione delle celebrazioni per l’8 settembre.
“Lo Spi-Cgil ha radici nella memoria di persone che hanno sofferto la dittatura fascista e la guerra e che hanno lottato per la Liberazione – dice il segretario regionale Maurizio Fabbri -. Siamo sdegnati e preoccupati per l’aggravarsi dei continui tentativi di riscrittura della storia, a partire dalle tragiche responsabilità del fascismo”.
Il sindacato dei pensionati dell’Emilia-Romagna ritiene ancora più grave che il tentativo di revisione storica sia stato compiuto da autorevoli politici come il ministro La Russa e il sindaco di Roma Alemanno, e in particolare in una data significativa come quella dell’8 settembre, che rappresenta un passaggio fondamentale nel percorso della Resistenza e “un discrimine decisivo per quanti scelsero, cittadini e militari, la strada della lotta e del sacrificio fino alla Liberazione e chi, invece, con la Repubblica di Salò scelse di continuare a servire il Duce al fianco del nazismo, infliggendo stragi, rastrellamenti, deportazioni e sofferenze alle popolazioni”.
“Portare una ‘divisa’ non basta per accomunare tutti nel ruolo indistinto di ‘combattenti’- aggiunge il segretario dei pensionati della Cgil dell’Emilia-Romagna -. C’è l’abisso della ragione fra chi si è schierato per la Liberazione e quanti, fino in fondo, l’hanno disprezzata e combattuta”.
“Il riproporsi di episodi così preoccupanti rende evidente come nel nostro Paese la questione democratica nel rispetto della Costituzione sia tutt’altro che risolta – conclude Maurizio Fabbri -. Trovo sconcertante che non ci sia stata una reazione proporzionata a parole così gravi pronunciate addirittura da un ministro della Repubblica e dal sindaco della capitale e temo che domani sarà tutto tutto dimenticato. Per questo noi dello Spi dobbiamo rafforzare e rendere quotidiano il nostro impegno per una battaglia culturale e politica in nome di quella storia che deve essere il collante e il motore della democrazia costituzionale”.