Ancora una volta la comunità islamica di Sassuolo non perde l’occasione di cercare di coinvolgere le Istituzioni e la cittadinanza in iniziative curiose che ben poco hanno a che fare coi reali problemi di sicurezza e di integrazione della città.
Stavolta abbiamo assistito ad un invito a una cena organizzata per la fine del Ramadam, alla quale crediamo non mancheranno molti benpensanti della sinistra locale, i quali non fanno nemmeno più mistero di essere amici di questa gente.
Noi di AN non ci saremo, dal momento che riteniamo imprescindibile che una comunità straniera possa godere della nostra stima e della nostra amicizia soltanto quando si sia fatta interprete e garante, di fronte ai propri connazionali, delle fondamentali norme di comportamento e di rispetto delle leggi della comunità che li ospita.
Non è un mistero che la stragrande maggioranza dei problemi di sicurezza della nostra città derivano proprio dalla presenza di una nutrita e turbolenta comunità nordafricana e islamica, che, oltre tutto, non ha mai fatto nulla per dialogare con le istituzioni e per integrarsi, ma anzi ha sempre saputo soltanto chiedere.
Ci auguriamo che anche il Sindaco e la Giunta, che rappresentano la nostra città, disertino la cena, anche perché la festività religiosa del Ramadam non ci appartiene né come Comune né come comunità cittadina; diversamente dovremmo prendere atto del fatto che i nostri amministratori – Sindaco in primis – non hanno alcuna intenzione di dare a questa gente un segnale forte di rispetto delle regole.
Non basta, infatti, un invito a cena: occorre che la comunità islamica inizi a rispettare le regole (anche quelle edilizie), dopo di che saremo pronti anche noi al dialogo, che dovrà necessariamente partire da una vera integrazione e dall’accettazione delle tradizioni e della cultura occidentale che ci contraddistingue come Sassolesi.
Luca Caselli