Penultimo appuntamento quello di domani, giovedì 14 agosto, alle ore 18 presso la bellissima cornice del Castello di Canossa con le sonorità e l’ironica commistione culturale di due paesi, Italia e Argentina, per la rassegna Tra-Monti, incontri musicali nell’Appennino Reggiano fra culture e tradizioni del mondo.
Sette i Comuni protagonisti quest’anno di TraMonti: Castelnovo ne’ Monti, Canossa, Villa Minozzo, Ramiseto, Ligonchio, Collagna, Busana, Canossa che, in sinergia con la Provincia di Reggio Emilia, Ater-Associazione Teatro Emilia Romagna, la Regione Emilia Romagna e il Parco Nazionale dell’Appennino Tosco Emiliano, danno vita ad un ricco calendario caratterizzato da sonorità provenienti da paesi molto diversi. Musiche e culture provenienti anche da paesi molto lontani si “sposano” con le bellezze paesaggistiche del nostro Appennino, privilegiando sonorità naturali e vocali. TraMonti, quest’anno alla sua VIIIa edizione, è all’interno delle attività estive proposte dalla Biennale del Paesaggio.
Giovedì 14 agosto alle ore 18 il protagonista sarà la musica per ridere e per sognare de Il Gruppetto, un virtuosistico quartetto formato intorno a Paolo Rocca (clarinetto) e Fiore Benigni (organetto) con la collaborazione di Luca Pagliani (chitarra) e la voce di Ruth Ajzen per un vario repertorio in grado di attingere alle complessità armoniche e ritmiche e agli idiomi musicali più diversi: dalla musica klezmer al choro brasiliano, dai geampara rumeni al moderno tango-jazz, con un costante riferimento alla tradizione popolare italiana. La stessa flessibilità d’approccio caratterizza anche i brani originali di Rocca e Benigni, che stempera l’intenso rigore esecutivo in un lirismo fresco ed essenziale.
Insomma musica dal mondo, per ridere e per sognare qualche viaggio speciale.
Scenario assolutamente incantevole quello del Castello di Canossa, vera icona di tutto il nostro Appennino, cara alla memoria dei reggiani e simbolo di tutta l’area.
L’antica rocca di Canossa, eretta probabilmente nel corso del IX° secolo, è situata sulla sommità di una guglia d’arenaria che sormonta il suggestivo anfiteatro calanchivo di Riverzana. Nel 1046 nasce Matilde di Canossa, che donerà al castello il periodo di maggiore splendore. Uno degli episodi più famosi legati alla storia del castello è quello dell’imperatore Enrico IV°, supplice ai piedi del castello in attesa di essere ricevuto da Papa Gregorio VII° che si trova ospite di Matilde (1077).
Dall’antico fortilizio sopravvivono pochi ruderi: l’’originario edificio fortificato subì infatti, nel corso dei secoli, numerosi assalti, che distrussero il più antico impianto architettonico; i residui murari attualmente visibili, risalgono prevalentemente al tardo medioevo, epoca in cui il fortilizio fu ricostruito adattandolo a dimora signorile. Rimane tuttavia notabile il vano dell’antica chiesa di S. Apollonio, che aveva anticamente rango abbaziale, nel quale sono visibili alcune colonnine in calcare veronese.